All’ospedale di Faenza 8 ginecologi su 9 sono obiettori. Il primario: “Le Ivg sono garantite lo stesso”

Otto ginecologi su nove, all’ospedale di Faenza, sono obiettori di coscienza. Una percentuale altissima che da tempo ormai contraddistingue il reparto di Ginecologia e Ostetricia manfredo. Tra chi non esegue interruzioni volontarie di gravidanze c’è anche il primario Nicola D’Urso.
Dottore, un solo medico del reparto esegue Ivg. Possibile?
“Sì, basta organizzarsi, distribuendo in maniera ottimale i compiti in rapporto alle esigenze. A Faenza non c’è una grossa richiesta di interruzioni volontarie di gravidanza, in genere con tre sedute al mese copriamo tutto il lavoro. In media abortiscono quattro donne per seduta”.
Non si rischia di non garantire il servizio, frutto di una conquista legislativa di trentacinque anni fa?
“No, non nel nostro caso. Nei casi più urgenti, quelli in cui mancano pochi giorni alla scadenza del termine ultimo per interrompere la gravidanza, dirottiamo le pazienti sugli ospedali di Ravenna e Lugo. Trovo più assurdo ciò che è successo al Consultorio di Faenza qualche tempo fa, quando il totale dei ginecologi era obiettore. Non sta né in cielo né in terra, è un controsenso: i consultori sono nati anche per fornire consulenza sulle interruzioni volontarie di gravidanza. Per fortuna sono stati inseriti un paio di medici non obiettori, che sopperiscono alle precedenti mancanze”.
Eppure lei, che non era obiettore, lo è diventato. Come mai?
“Ho eseguito Ivg per vent’anni. Quel ruolo dopo molto tempo pesa, ti rendi conto che sei solo. Sia operativamente che psicologicamente, non mi sono sentito di continuare”.
Però se tutti, per assurdo, facessero dietrofront, il servizio verrebbe a cadere…
“Ognuno ha le sue convinzioni etiche, morali o religiose. Qui a Faenza la concentrazione in effetti è alta. Ma per il momento non ci sono disservizi”.
Nessuna donna costretta ad aspettare il turno del medico non obiettore per poter abortire?
“No, direi di no. Lo ripeto: l’importante è gestire bene l’equilibrio tra richieste e personale”.
Non si rischia che l’unico medico non obiettore, alla fine, si ritrovi a fare solo Ivg?
“No, anche io per molti anni sono stato l’unico ad eseguirle. Ma non mi riducevo a fare solo quello”.
In ospedali più grandi, però, potrebbe succedere…
“Non credo. Nei centri più importanti ci saranno anche più richieste di interruzioni volontarie di gravidanza. Ma ci sono anche più medici non obiettori”.
Conflitti tra i ginecologi, nemmeno, a Faenza?
“No, ognuno ha le sue idee e ognuno fa il suo lavoro”.

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Commenti:

  1. L’IVG non è una prestazione d’emergenza o di pronto soccorso per cui, come dice il dr D’Urso, garantire un servizio è questione di organizzazione

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