Il pediatra: “Frequentare il nido diminuisce del 30% il rischio di leucemie, asma e diabete”

Il messaggio è chiaro: portate i bimbi al nido quando sono piccolissimi, ovvero nel primo anno di vita. Giorgio Tamburlini, pediatra e presidente del Centro per la salute del bambino di Trieste, lo ha scritto nell’ultimo numero della rivista scientifica “Medico e bambino”. E lo ribadisce a Romagna Mamma: “Sono stato il primo a mettere insieme i risultati di una serie di ricerche, dalle quali emerge un dato sorprendente, cioè che il rischio di contrarre le malattie importanti dell’infanzia come leucemie, asma e diabete diminuisce del 30% se il bambino va al nido. L’effetto protettivo dell’andarci presto è evidente”.

Trattandosi di malattie rare, al bambino che non ricade fortunatamente in quella casistica potrebbe non cambiare la vita. E invece no: “Andando al nido si contraggono più spesso le classiche malattie infettive ma è anche vero che l’ammalarsi di più prima comporta l’ammalarsi di meno dopo”. Intuitivo? Non per tutti i genitori, che spesso puntano il dito contro il nido come luogo per antonomasia del proliferare di bacilli e microbi e anche per questo scelgono di evitarlo come soluzione.

E Tamburlini va oltre, sottolineando i benefici che il nido ha sullo sviluppo cognitivo e sociale del bambino: “Sono consapevole però che incoraggiare la frequenza al nido cozza contro l’aumento delle rette, la crisi economica, la chiusura di alcuni servizi. Fatti che stanno creando un circolo vizioso terrificante che mi viene confermato di continuo da mamme e papà che mi raccontano come non sia più affrontabile spendere 500 euro al mese”.

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Commenti:

  1. mmm … mi lascia un pò perplessa quel che espone questo pediatra. Parto dalla mia esperienza: ho visto moltissimi bambini andare al nido e sviluppare una certa facilità a malattie dell’apparato respiratorio proprio perchè perennemente e molto precocemente esposti ai virus. Inoltre conosco diversi pediatri che hanno parere contrario. Che poi parli addirittura di leucemie e diabete mi pare eccessivo. Sono malattie con alta influenza genetica e dire che i bambini che vanno al nido hanno meno probabilità di esserne affetti mi pare davvero poco serio. Per l’asma ci può stare perchè sono luoghi dove, in teoria, ci sono meno fattori scatenanti quali polveri o animali. Detto questo non sono un medico e mio figlio il nido l’ha saltato. Passerà direttamente alla materna l’anno prossimo.

  2. Io ho un nido da 22 anni, ho lavorato fino al cesario d’urgenza a 8 mesi di gestazione, mio figlio ha frequentato il nido con me a 10 giorni di vita, ora ha 16 anni e nella sua vita ha avuto la febre 8/9 volte in tutto. Le malattie esantematiche le ha fatte tutte da molto piccolo e ne sono contenta, da adulti è peggio.

  3. Aggiungerei che il rapporto numerico educatori e bambini almeno in veneto e’saltato.
    Quindi assistenza meno attiva e qualificata. Costi alti anche per pacchetto offerta ridotto e poi che a un anno se nn prima il piccoli abbiano bisogno di con dividere…..non mi risulta…anche io sono del parere che i piccolissimi piu sono protetti e in ambiente tranquillo e sereno meno si ammalano.. soprattutto di malattie cosi pesanti..

  4. Mia figlia é andata al nido a 11 mesi e a 18 ha avuto la leucemia linfoblastica acuta. Se si conoscessero le cause di questa malattia allora avrebbe un senso trovare relazioni di questo tipo.

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