Rispetto, spirito di squadra, uguaglianza: il rugby chiama i più piccoli

Maschi, femmine, magri, grassi, alti e bassi, lenti e veloci. Non c’è alcun canone fisico nel rugby. Ognuno dei quindici elementi della squadra ha bisogno degli altri quattordici con le loro caratteristiche: è uno degli aspetti a più alto valore educativo secondo Giacomo Berdondini, direttore generale del progetto Franchigia Romagna Rugby che unisce i vari club del Romagna Rugby Football Club e che in particolare a Ravenna (il campo è in via Isonzo), ma non solo, punta ad ampliare dopo otto anni di presenza il settore giovanile. Partendo dai più piccoli.
Giacomo, da che età si può cominciare?
“Dai cinque anni. Maschi e femmine restano insieme fino ai dodici, poi i settori maschile e femminile si separano”.
Ci sono miti da sfatare, soprattutto riguardo le preoccupazioni dei genitori?
“Sì, il primo mito da sfatare è che il rugby è uno sport violento. Non lo è: è uno sport di contatto, dove i bambini si abbracciano, si toccano, si portano a terra. Ci si contende la palla utilizzando il proprio corpo, certo. Ma seguendo regole precise, ben codificate e che hanno una valenza totale rispetto alla disciplina. Per il resto, ci si può far male esattamente come negli altri sport. I benefici sono di gran lunga superiori ai rischi”.
Quali sono?
“Innanzitutto lo spirito di squadra, la cooperazione. E poi il fatto che il rugby ha bisogno di tutte le tipologie di fisico e quindi non esclude nessuno. Senza contare il rispetto che richiede verso gli altri: la tua squadra, gli avversari, l’arbitro. Un arbitro che non è un poliziotto, non è quello che fischia e basta ma è colui che ti parla per evitare che tu commetta un fallo, un errore. Il rugby è l’unico sport nel quale non devi allontanare la palla per fare punti, come nel calcio o nel basket: è il giocatore a farsene carico, a trattenerla e portarla oltre la linea”.
Trasmette valori importanti, dunque: sono abbastanza percepiti da fuori?
“Non sufficientemente. Molti sono spaventati dall’idea che ci si possa fare male e non notano quello che invece vede subito chi si avvicina al rugby: quel senso di convivialità che oggi come oggi ha un senso educativo fortissimo. L’aspetto sociale che ci insegna il rugby è che siamo forti perché siamo diversi”.
Da dove partite, con i bambini?
“Da giochi che insegnino loro gli schemi motori di base: correre, saltare, fare capriole, strisciare per terra. I primi esercizi assomigliano molto al gioco che si faceva una volta nei cortili e che consisteva nel correre per acchiappare la palla. Prima dei sette anni non proponiamo nulla di tecnico, i bambini sono impacciati e devono capire come muoversi”.

Info
Cesena: Cesena Rugby Club – www.cesenarugby.it
Forlì: Rugby Forlì 1979 – www.rugbyforli.net
Imola: Imola Rugby – www.imolarugby.it
Lugo: Lugo Rugby – www.lugorugby.it
Ravenna: Ravenna RFC – www.ravenanrfc.it
Rimini: Rimini Rugby – www.riminirugby.com
San Marino: Rugby Club San Marino – www.rugbyclubsanmarino.com

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