“Mommy, look at me!”. L’inglese dai tre anni, sotto forma di gioco: correte al Babylon

L’inglese come materia – a volte ostica – in cui si inciampa alla scuola media. L’inglese come una pagella da mostrare, una materia da imparare. Nulla di tutto ciò se l’inglese viene proposto da piccoli, sotto forma di gioco. Ed è quello che farà un’insegnante abruzzese madrelingua americana, Amanda Di Sciascio, a Forlì. Il centro Babylon la ospiterà dal 9 al 13 luglio, tutte le mattine dalle 10 alle 13, per una settimana speciale dedicata ai bimbi dai tre anni in su. Il metodo, codificato negli anni Ottanta da alcuni linguisti, si chiama In English e si basa sull’apprendimento naturale: quello che avviene nella vita quotidiana, per capirci, grazie al rapporto mamma-bambino.

Un esempio? Per insegnare ai bambini la differenza tra “hot” e “cold”, Amanda aspetta la prima bella nevicata, ne prende un po’ con un bicchierino e rigorosamente a sorpresa, la mette in mano ai bambini, dicendo “Brr snow is coooold” e lì il bambino, sorpreso e con la sensazione della manina fredda, capisce tutto, e difficilmente dimenticherà che “snow is cold” e “cold” è freddo e non caldo.

“Con i piccoli – spiega Amanda, laureata a Forlì alla Scuola interpreti e figlia di un’americana – svolgiamo attività e piccoli compiti, come per esempio dipingere un paesaggio, descrivendoli, raccontandoli e cantandoli in inglese. Usiamo tutti i sensi. La chiave di tutto è il gioco, che è l’unica cosa che i bambini prendono davvero sul serio”.

E i risultati? “Sono graduali, passo dopo passo. I genitori non devono aspettarsi che il bambino parli in breve tempo fluentemente inglese. Ma che incameri dei suoni che poi riprodurrà inaspettatamente, da solo, a sorpresa. Ricordo una bimba di quattro anni che a casa disse ‘Mommy, look at me!’. Questa è l’essenza del mio lavoro: fare sì che l’inglese esca dalla voce dei bambini come istinto”.

Peccato che i grandi, a volte, non ne riconoscano l’importanza e il valore: “Non è facile comunicare loro quanto è naturale tutto questo: magari da piccoli hanno vissuto il trauma dell’inglese come proposto a scuola e temono che succeda lo stesso ai loro bambini. C’è anche il fatto che in Italia, rispetto all’inglese, siamo davvero indietro”.

Per la Week In English al Babylon i posti sono pochissimi (massimo otto bambini), il costo di 15 euro in tutto.
Iscrizioni entro sabato 6 luglio allo 0545 541444.

Per vedere come funziona In English cliccate qui

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