A Lugo i ragazzi disabili assumeranno i “normodotati”: nasce ‘L’incrocio dei sogni’

Sicuri che i ragazzi con una disabilità psichica o relazionale abbiano solo limitazioni? Non per Silvio Drei, imprenditore lughese e padre di un ragazzo disabile che dopo essere stato per anni nel mondo del volontariato – nell’Anffas, per la precisione – partirà a breve con un progetto tutto suo. Tutto loro, anzi. Loro sono un gruppo di ragazzi che daranno una risposta concreta al famoso “dopo di noi”, la domanda che più attanaglia le famiglie: che cosa succederà una volta che noi non ci saremo più?
Drei, entro ottobre inizierà l’avventura della cooperativa ‘L’incrocio dei sogni’: di che cosa si tratta?
“La cooperativa sarà costituita esclusivamente da ragazzi con disabilità. Saranno loro, eventualmente, ad assumere altre persone. I ragazzi avranno macchine da cucire per confezionare capi d’abbigliamento e grazie alle stampanti tridimensionali prodotte dalla Csp di Massa Lombarda trasformeranno disegni in personaggi da incorniciare, che saranno poi venduti su Internet o nei mercatini”.
Come le è venuta l’idea?
“Mio figlio, che ha una difficoltà relazionale, è un collezionista di fumetti. Parallelamente, disegna provando a copiarli ma anche inventandosi alcuni personaggi. Guardandolo, mi è venuto in mente che sarebbe stato bello fare di quegli schizzi dei prodotti”.
Per i ragazzi come suo figlio la cooperativa sarà l’occupazione principale?
“Sì, voglio che raggiungono una autonomia gestionale. Spesso sono persone con grosse potenzialità. Da sette anni sono attivo su un progetto del’Anffas che si chiama ‘Le domeniche esco anch’io’: nel periodo estivo, ogni quindici giorni, faccio l’animatore per quindici ragazzi. Facciamo teatro, judo, bricolage. Ed emergono aspetti impensabili”.
Per esempio?
“Una ragazza che era solita ripetere sempre la stessa frase è riuscita ad imparare la sua parte di copione, cosa che in trent’anni non era mai riuscita a fare. L’esercizio sulla memoria dà risultati sorprendenti. Sono gli stessi genitori, il più delle volte, a rimanere meravigliati”.
C’è un obiettivo che va oltre il fatto di tenere occupati i ragazzi?
“Sì, c’è la speranza che quando noi genitori non potremo più occuparci dei nostri figli, non vengano inseriti in strutture residenziali che non diano la possibilità di svolgere attività che migliorano la loro vita”.
Che riscontro avete ottenuto, finora?
“Molto buono. Ieri sera avevamo un banchetto ai ‘Mercoledì sotto le stelle’ di Lugo. Di fianco a noi c’era un gruppo di sub, che ha già commissionato ai ragazzi dei gadget con i loro loghi”.

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