Retta troppo alta nei nidi privati? Per coprirne una parte tornano i voucher

Anche quest’anno la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con i Comuni, prevede l’assegnazione di assegni economici (voucher) a parziale copertura della retta d’iscrizione ai nidi d’infanzia privati autorizzati per l’anno educativo 2013/2014. Il progetto – cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e realizzato per il quinto anno consecutivo – si pone l’obiettivo di aiutare le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano (o quelle con un solo genitore) nel difficile equilibrio tra esigenze lavorative ed esigenze di cura dei figli più piccoli. Facilitare l’accesso di bambini e bambine fino a tre anni ai servizi educativi, rimuovendo ostacoli e discriminazioni cui sono soggette in particolar modo le madri che lavorano, è infatti un modo per evitare che la difficoltà ad organizzarsi rispetto ai carichi familiari sia la causa della rinuncia o della perdita dell’occupazione per il genitore.

I posti nido cui accedere grazie agli assegni, del valore massimo di 250 euro al mese – individuati dai Comuni tramite avvisi pubblici – appartengono a strutture private autorizzate, con caratteristiche che rispondono ai requisiti richiesti dalla normativa vigente, quali nidi, micronidi, sezioni primavera, nidi part-time, nidi aziendali e piccoli gruppi educativi/ educatrici domiciliari.

Per avere diritto all’assegno le famiglie devono avere due requisiti:
L’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), in corso di validità, non deve essere superiore ai 35.000 euro calcolato ai sensi della normativa in materia.
Entrambi i genitori (o uno solo, in caso di famiglie monogenitoriali) devono essere occupati – ovvero essere lavoratori dipendenti, parasubordinati, autonomi od associati – al momento della domanda e per tutto il periodo in cui si beneficia dell’assegno.
Per famiglie monogenitoriali si intendono quelle composte da un unico genitore in quanto: vedovo, nubile/celibe, separato legalmente, divorziato, ma anche separato di fatto perché il coniuge risiede altrove per qualsiasi motivo (emigrazione, detenzione, ecc).

Per accedere ai posti, e al riconoscimento dell’assegno, le famiglie devono farne richiesta, presentando la documentazione prevista dall’apposito avviso pubblico del Comune. Sono infatti i Comuni a pubblicizzare l’offerta di posti voucher alle famiglie interessate, a ricevere le domande e a costruire le graduatorie, sulla base delle quali la Regione provvederà nei prossimi mesi ad impegnare le risorse finanziarie e a trasferirle alle associazioni di Comuni.

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