Violenza contro le donne: a Rimini il 22% delle vittime nel 2012 era in gravidanza

Stalking, violenza sessuale. Fenomeno in aumento anche a Rimini. Il numero di donne che hanno avuto accesso, nel corso dell’anno 2012, ai nodi della rete Dafne che si occupa di violenza di genere, resta alto: 255, anche a conferma della funzionalità della rete stessa. Di queste donne, 181 hanno usufruito di un percorso di presa in carico. I Pronto Soccorso e Pronto Intervento del territorio aziendale hanno rilevato 58 casi di violenza fisica; l’unità operativa di “Ostetricia e Ginecologia” dell’Ospedale di Rimini 16 casi di violenza sessuale, in incremento rispetto allo scorso anno (9 casi). Anche lo Sportello Dafne della rete rileva un incremento di stupri (8 nel 2012 e 3 nel 2011).

Come ha spiegato stamattina in conferenza stampa Mary Russo, responsabile dello sportello, nelle precedenti rilevazioni la tipologia prevalentemente della violenza è quella fisica/psicologica o combinata; più frequentemente alla violenza fisica e psicologica si aggiunge quella economica; rimangono stabili le percentuali relative allo stalking, in aumento le rilevazioni delle violenze sessuali/stupri.
Rispetto alla nazionalità delle donne la prevalenza rimane italiana (il 54,5 per cento dei casi); rispetto alle donne straniere in carico ai nodi della rete Dafne si rileva un aumento del numero di donne irregolari in Italia rispetto all’anno precedente (30 per cento contro il 5 per cento del 2011).

La scolarità in prevalenza medio/alta delle donne, connessa all’insufficiente o assente accesso al reddito, può mostrare la fatica da parte delle donne vittime di violenza ad impiegare le proprie risorse per una autonomia personale. Sono stati 19, nell’ultimo triennio, i casi di donne che hanno reiteratamente subito violenza prima di rivolgersi ai servizi.

Si mantiene stabile ma alto il dato della violenza verso le donne in gravidanza; nel 2011 il 22 per cento delle donne maltrattate, in carico alla rete Dafne erano in gravidanza, nel 2012 il 21,5 per cento. Una di queste donne ha perso il bambino.

Nel 35,3 per cento dei casi il maltrattante è il coniuge, nel 25,4 per cento il partner, nel 17 per cento dei casi l’ex partner, nel 9,9 per cento l’ex coniuge; a seguire le violenze sono perpetrate dai familiari. I dati quindi confermano che la donna è a maggiore rischio all’interno delle relazioni primarie. Anche i dati circa le caratteristiche socioeconomiche del maltrattante confermano quelli emersi lo scorso anno: un partner italiano, con occupazione lavorativa. Rispetto alla professione, il dato è assolutamente trasversale, dal lavoro manuale a quello intellettuale, dalla professione subalterna a quella dirigenziale.

L’Ausl di Rimini, nell’ambito del “Progetto Dafne” attivo dal 2005, in collaborazione con la Regione, ha attivato il “Progetto Liberi Dalla Violenza” (LDV), rivolto appunto agli uomini che agiscono violenza nelle relazioni di intimità. L’obiettivo è la creazione di un gruppo auto aiuto per uomini che agiscono violenza che ha come principale finalità la cessazione/prevenzione delle azioni violente da parte dei maltrattanti, previa assunzione di responsabilità su dette azioni.

Lo Sportello Dafne risponde ai seguenti numeri di telefono 0541 747604 e 0541 698722.

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