Rabbia e paura, bambini bloccati: una giovane educatrice lancia un progetto sulle emozioni

Bambini che non esprimono le proprie emozioni, bloccati, incapaci di dare sfogo a quello che hanno dentro. Colpa loro? Niente affatto per Erika Cosotti, giovane educatrice faentina prossima alla laurea specialistica in Pedagogia che da qualche anno, all’interno delle sue attività “Lo specchio magico” organizza laboratori sulle emozioni. Felicità, rabbia, tristezza e paura saranno le protagoniste dei cicli di incontri che anche in maggio e giugno proseguono ogni mercoledì dalle 17 alle 18,30 alla scuola Tommaso Gulli di via Castellani.
Erika, perché c’è bisogno di lavorare su sentimenti così normali come la rabbia?
“L’alfabetizzazione alle emozioni è più che mai necessaria, anche se può sembrare qualcosa di scontato. Lavorando nei nidi e nelle scuole dell’infanzia mi sono resa conto che per quante attività didattiche si possano proporre e realizzare anche molto bene, la parte sull’emotività viene quasi sempre tralasciata”.
Per esempio?
“Se un bambino viene sgridato, non gli viene chiesto che cosa prova, come avrebbe potuto gestire quella particolare emozione in un altro modo, come pensa di poter sfogare una sensazione. Ho notato che ci sono delle mode anche nel mondo della scuola: consentire ai bambini di dare i pugni al materassone, per esempio, non serve a molto. Può essere una modalità utile se dietro c’è una spiegazione, un lavoro di accompagnamento”.
Ne avremmo bisogno tutti, adulti e bambini?
“Assolutamente sì. Gli adulti mi chiedono di proporre anche a loro i miei laboratori, ci sto pensando”.
Con i bambini come si lavora?
“C’è un momento iniziale fisico, dove si scaricano le tensioni attraverso sequenze di movimenti ed esercizi di yoga. Poi si passa al respiro, ad una piccola parte grafico-pittorica e a giochi cooperativi e di squadra. Sia all’inizio che alla fine c’è il ‘come mi sento?’ che in genere propongo attraverso i libri”.
Alcuni esperti, tra cui Umberto Galimberti, affermano che la scuola dovrebbe occuparsi di una sorta di educazione sentimentale. Tu porti i tuoi laboratori nelle scuole ma in forma privata. Non sarebbe il caso di istituzionalizzare queste esperienze all’interno della programmazione?
“Infatti è il mio progetto. Probabilmente a Faenza partiremo in settembre. Saranno coinvolte le scuole elementari”.

Info 348 4765218

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