Bambini, sotto il palco a cantare: tornano con nuovi progetti i Capra & Cavoli


Quando si diventa genitori nascono idee alle quali non avresti mai pensato. Frequenti scuole, nidi, entri nel giro delle altre mamme e degli altri papà. Da qui a pubblicare un cd e a fare concerti per le famiglie, il passo è stato breve per i Capra & Cavoli. Antonio Baruzzi, leader della formazione, cantava e canta ancora oggi nei Jean Fabry, un gruppo di musica pop e rock che adesso si intreccia senza paletti con la musica per bambini. Con lui Davide Bassi (detto Marlo) e Paolo Pappi. Che salgano sul palco con un nome o con l’altro, poco importa: “Sono i bambini i primi a non distinguere ciò che qualcuno ha pensato esclusivamente per loro da ciò che invece è teoricamente per i grandi”. I Capra & Cavoli un successo così non se lo sarebbero aspettati. Per la primavera e l’estate hanno già riempito il calendario: l’ultimo fine settimana di maggio saranno al festival Marameo di Russi ma la data più vicina è domenica 28 aprile: alle 17,30 saranno in concerto alla Bottega Matteotti di Bagnacavallo (via Matteotti, 26) nell’ambito della rassegna “La Botteghina”.
Antonio, in cinque anni cosa è successo?
“Di tutto. Questa avventura è iniziata nel 2008 al nido di mia figlia. Le educatrici sapevano che suonavo e ci chiesero un concertino per la festa di fine anno. Mettemmo su una formazione improvvisata recuperando le canzoni di quando eravamo piccoli e quelle che i bambini avevano imparato al nido. Ci divertimmo molto ma finì lì”.
E poi?
“Poi Gianni Zauli, scrittore e mente dell’associazione Altr’e20, ci chiese di partecipare l’anno dopo ad un altro evento e presentammo ‘Dove si nasconde il camaleonte?’, la prima canzone scritta da noi, ispirata da un laboratorio a tema. Dopo quell’esibizione nacque la sfida di pubblicare un libro con cd”.
E’ stato facile farsi pubblicare da Artebambini?
“Non era previsto. Ci eravamo organizzati per pubblicarlo da soli, con il contributo volontario di alcuni illustratori per l’infanzia. Avevamo già il pacchetto pronto, stavamo per uscire quando tramite conoscenti siamo entrati in contatto con l’editore. Il prodotto è piaciuto così tanto che dopo due mesi è nato Ambarabà cd Cocò“.
Dalla pubblicazione a far circolare il vostro nome, che passaggio c’è stato?
“Fortunatamente il nostro nome ha iniziato a girare con il passaparola. Hanno cominciato a chiamarci per fare date e si è sparsa la voce. Poi sono successi due eventi che ci hanno dato visibilità. Il primo è che abbiamo vinto il premio di letteratura per l’infanzia Soligatto. Il secondo è che siamo stati invitati a suonare a Parigi al Salone del libro e delle culture italiane“.
Al di là dei riconoscimenti, la soddisfazione più grande qual è?
“Il riscontro dei genitori e dei bambini. Ci dicono che un gruppo come noi prima non c’era. Forse esagerano. Io sono cresciuto con ‘Ci vuole un fiore’ di Sergio Endrigo, in confronto quello che facciamo noi mi pare l’uovo di Colombo. Però ci fa molto piacere”.
Nel frattempo andate avanti con nuovi progetti?
“Stiamo ultimando un nuovo lavoro sempre insieme a Gianni Zauli. Sarà ancora un libro con cd, in particolare un concept dedicato alla scuola primaria. Ci sarà una parte dedicata anche alle lingue straniere. A volte la mattina mi sento uno stalker quando chiedo alle mamme dei bambini stranieri di poter registrare una parolina in portoghese, piuttosto che in cinese. Noi andiamo avanti: siamo nati grazie al fatto di essere genitori, come genitori cresciamo e nascono nuove idee”.

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