Mamma, vuoi dei risultati da tuo figlio? Dai il buon esempio

“Mamma! Esco con Marco e Giulio!”

“E i compiti? Li hai finiti?”

“No… Ti prometto che li faccio appena rientro… E poi comunque ci sono ancora 7 giorni…”

“Mi raccomando, eh?!” gli rispose con il tono sarcastico “Sempre all’ultimo momento! E poi continui ad andare male a scuola!”

Tutte le volte, la stessa storia. E tutte le volte c’era da litigare. Le insufficienze si sprecavano, i costi per farlo recuperare crescevano ogni anno.

Anche tu fai così!“, le disse spiazzandola completamente. “Avrò pur preso da qualcuno!” La guardava con aria di sfida, da quell’altezza che aveva sviluppato in così poco tempo.

“Io?”

“Sì! Tu mamma!”

“E che cosa rimando io?”

“Tu dici che è ora di metterti a dieta e continui a non farlo; ti sei iscritta in palestra e non ci vai mai… E intanto continui a ingrassare… Ma guardati! E poi magari smetti di mangiare gli ultimi giorni prima di andare in vacanza! E poi dici a me!

Disse tutto con l’impeto dell’adolescenza che non conosce diplomazia. E uscì.

La mamma era rimasta impietrita.

Suo figlio aveva ragione. Lei stessa lo sapeva: i genitori sono un modello per i figli. Si ricordò quella frase di Gandhi “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Non poteva chiedere a suo figlio di rispettare i propri impegni se lei stessa non dava il buon esempio. Certo… I compiti e la dieta non erano esattamente la stessa cosa… Ma a pensarci bene non erano nemmeno così distanti: in entrambi i casi si trattava di un investimento sul futuro.

La mamma si chiese perché tutti gli anni si riprometteva sempre le stesse cose e non le realizzava mai. Forse era un problema di determinazione? O di motivazione? Perché era così incostante e rimandataria?

Cercò delle informazioni. Scoprì che c’è differenza fra un “buon proposito” e un “obiettivo ben definito“… In effetti, si era sempre limitata a fare delle promesse, senza nessun impegno concreto per portarle alla fine. Quando si diceva “basta! Devo dimagrire!” si trattava più la re-azione di un momento che della volontà di un cambiamento concreto.

Scaricò un modulo e cominciò a compilarlo.

Mentre rispondeva alle domande, aveva la sensazione che tutto fosse più chiaro, che la direzione era quella giusta e che questa volta sarebbe stato diverso.  Si sentiva davvero motivata a cambiare.

Stampò il suo obiettivo e lo appese al frigorifero, dove poteva vederlo in continuazione. “A monito perenne”, si disse mentre spingeva sullo scotch per farlo aderire bene.

Qualche ora dopo erano a cena, tutti seduti intorno al tavolo.

“Cos’è quel foglio appeso lì?”

“Il mio obiettivo. Devo dimagrire. Lo dico sempre, ma questa volta faccio sul serio…”

Suo figlio si alzò e andò a controllare quello che c’era scritto.

“Sai cosa penso, mamma? È ambizioso, ma se tieni duro potresti anche farcela…”

“Già…”, gli rispose lei “un po’ come quei voti che prometti sempre di portare a casa e non ce la fai…”

“Potrei provare…”

“Ti sfido!”, lo incalzò lei.

“Mi sfidi?”

“Sì! Io ho il mio obiettivo, tu hai il tuo. Vediamo chi di noi due è più bravo! Ti do anche un vantaggio:  ti dico dove puoi scaricare il modulo!”

“E sarebbe un vantaggio questo?”, le rispose suo figlio, ridendo.

Sapete una cosa? Quello fu un anno di grandi rivoluzioni positive in quella famiglia…

a cura di Paola Fantini, life and business coach

 

 

 

 

 

 

 

 

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