Il parco dei divertimenti apre le porte ai bambini fuggiti dalla guerra. Un modo per regalare qualche ora di leggerezza in un momento così tragico
Non servirà a far dimenticare la tragedia più grande, la guerra, ma la speranza è che possa donare qualche ora di serenità ai bambini: nel primo weekend di apertura, sabato 2 e domenica 3 aprile, Mirabilandia accoglierà i profughi provenienti dall’Ucraina. Arriveranno da Rimini, Riccione, Cervia, Cesenatico, Ravenna, San Lazzaro e Forlì con i pullman messi a disposizione da diverse aziende di trasporti. Saranno ospiti del parco per tutto il giorno e avranno l’occasione di provare le tante attrazioni che da 30 anni fanno di Mirabilandia uno dei parchi più frequentati in Italia. Il tutto in collaborazione con i comuni del territorio. Sono già più di settemila i profughi arrivati in regione, la metà sono bambini.
“Abbiamo pensato di regalare alle famiglie che hanno ancora negli occhi l’orrore della guerra la cosa che ci riesce meglio: il divertimento – commenta Sabrina Mangia, direttrice sales & marketing di Mirabilandia -. Sono tante le famiglie, ma anche donne sole con bambini, che in queste settimane sono arrivate ospiti delle strutture ricettive della Riviera e dell’entroterra. Proprio a loro abbiamo deciso di regalare un sorriso, qualche attimo di spensieratezza. Da 30 anni offriamo divertimento ai nostri visitatori e questa volta siamo particolarmente emozionati nel metterci a disposizione di chi ha davvero bisogno di serenità e leggerezza”.
“Una bella iniziativa per i tanti bambini in fuga dall’orrore della guerra che sono arrivati in questi giorni in Emilia-Romagna – sottolinea l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini. E’ una nuova testimonianza della rete solidale che nella nostra regione si è attivata fin da subito coinvolgendo tutti: enti, imprese, associazioni, privati. La giornata organizzata a Mirabilandia con l’obiettivo di alleggerire, almeno per un giorno, la terribile condizione dei bimbi ucraini e delle loro famiglie assistiti in Riviera e nell’entroterra, dimostra ancora una volta la sensibilità delle nostre comunità. Una solidarietà che speriamo continui, in tutte le forme possibili, a stringersi attorno alle vittime di questa guerra assurda e ingiustificabile”.
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