Sedici classi, 365 bambini, 96 ore di lezioni pratiche.

Sono i numeri del progetto che la scuola «Martiri di Cefalonia» dell’Istituto comprensivo San Rocco di Faenza ha portato avanti, nei mesi scorsi, per diventare ancora più inclusiva. Dopo aver lavorato, lo scorso anno scolastico, Sulla Comunicazione aumentativa alternativa (CAA), la seconda idea ha riguardato la Lingua dei segni (Lis). Motivi per cui la realtà faentina è censita sul sito «Scuole più accessibili».

«Non ci sono alunni con sordità nella nostra scuola – spiega l’insegnante Melissa Zaccaria – ma non è questo il punto. Ci piace coinvolgere i nostri bambini per avere uno sguardo sempre più aperto e che vada nella direzione dell’accessibilità». A essere formati da Susanna Ricci Bitti, Diana Rossi e Romilda Danesi, inviate dall’Ente nazionale sordi (Ens), sono stati ovviamente anche i docenti: «Il progetto, sponsorizzato da Bcc e Rothary Club di Faenza, si è inserito nel “Memorial Denise Zannoni”, una nostra alunna recentemente scomparsa: a lei vogliamo dedicare, ogni anno, un percorso di inclusività».

Tra i tanti obiettivi, quello di far capire ai bambini che quando una persona con sordità segna, in realtà sta parlando. Che con le persone sorde si può parlare eccome, non a caso la parola «sordomuto» tanto usata nei decenni scorsi è profondamente sbagliata. Che per parlare con chi ha una sordità ci sono delle regole da rispettare, per esempio non girare le spalle e non urlare, semplicemente perché non serve. 

«I nostri alunni hanno imparato la dattilologia, ovvero l’alfabeto. E poi i colori, i membri della famiglia. Hanno imparato a salutare, a chiedere come stai, come ti chiami, a esprimere emozioni e sentimenti. Oggi è bello vederli usare la Lis anche quando forse non ce ne sarebbe bisogno, per esempio per comunicare tra loro senza farsi sgridare dagli insegnanti. Un fatto tenerissimo è accaduto qualche giorno fa, quando alcuni bambini hanno usato la Lis sperando di poter comunicare con una bimba ucraina appena arrivata».

L’11 marzo, al «Memorial Denise Zannoni», gli alunni hanno fatto una dimostrazione di Lingua dei segni: «Alcuni di loro hanno fatto da interpreti, traducendo in italiano. Un bellissimo momento conclusivo che ci porteremo nel cuore. La mamma di Denise ha detto che se anche solo un bambino o una bambina, sui nostri 365, da grande diventerà insegnante o interprete di Lis, sarà stato un bellissimo risultato».