Di tamponi, quarantene e didattica a distanza ormai sono piene le giornate di bambini e ragazzi. Ma nella vicenda successa alla ravennate Simonetta, o meglio alla figlia che frequenta la terza media, ci sono di mezzo anche gli intoppi della burocrazia.

Durante le vacanze di Natale la donna prende il Covid ma pur avendo segnalato all’Asl i suoi contatti stretti, ovvero il marito e la figlia, nessuno dei due viene chiamato per il tampone. Nel frattempo, col passare dei giorni il marito diventa sintomatico, decide di farsi il tampone e risulta positivo. La ragazzina, invece, continua a stare bene: «Per scrupolo, prima del rientro a scuola dopo le vacanze, l’ho portata in farmacia per un tampone, scoprendo che era positiva. Essendo vaccinata con seconda dose da meno di 120 giorni, il suo isolamento sarebbe dovuto durare sette giorni, fino all’esito negativo del secondo tampone».

Ma nonostante la farmacia consegni alla ragazzina green pass valido ed esito negativo del tampone, il provvedimento di fine isolamento non arriva: «In base alla circolare che avevo letto e a quanto mi avevano precisato in farmacia, cosa confermata dalla pediatra, davo per scontato che mia figlia potesse comunque tornare in classe, tanto è vero che in altri ambienti, come alla scuola di musica, non le avevano fatto problemi. E invece no».

La scuola, infatti, rimpalla la responsabilità all’Asl e non ammette la studentessa a scuola: «Da lì è iniziata un’odissea di cinque giorni fatti di mail, telefonate alla scuola, contatti con la pediatra. Niente, quel benedetto provvedimento non arrivava, tanto che mi sono vista costretta a riportare mia figlia in farmacia per l’ennesimo tampone, sperando di sbloccare la situazione. Il giorno dopo, quindi nemmeno il giorno stesso come ci saremmo aspettati, è arrivato il foglio, non so bene se per merito della pediatra che si era attivata o dell’ultimo tampone. Fatto sta che mia figlia ha perso 12 giorni di scuola anziché sette. Un’assurdità, davvero. Vorrei che in questi imbuti non finisse più nessuno, specie i ragazzi già molto provati dalla situazione».