Teatri, mostre e biblioteche: «Così aiuto tre bambini nigeriani e la loro mamma»

«Ma davvero gli altri bambini fanno tutte queste attività?».

Sono le parole che Simona Franchini, modenese, si è sentita dire da Kate, la donna nigeriana, mamma di cinque figli, alla quale è stata abbinata nell’ambito del progetto «Affido culturale», un’iniziativa a contrasto della povertà educativa selezionata dall’impresa sociale Con I Bambini e che vede coinvolti diversi Comuni italiani, tra cui Modena.
Dal giugno scorso Simona, 41 anni, segue infatti i tre figli più grandi della donna: un ragazzino di 12 anni, un bambino di dieci e la sorella di otto: «Uno degli aspetti più interessanti è che la loro mamma viene sempre con noi quando andiamo a teatro, in biblioteca, alle mostre. Il progetto prevede 29 uscite obbligatorie, che per noi sono diventate 24 visto che la famiglia ha già usufruito di alcuni voucher per i centri estivi. Credo, in ogni caso, che andremo avanti, tra noi si è creata una relazione importante».
Grazie a una App, Simona può avere il polso della situazione rispetto agli eventi culturali per bambini e famiglie ai quali accedere nell’arco del mese o dei due mesi successivi: «In questo modo programmo le uscite con Winsdom, Divine e Freedom, uscite alle quali spesso si aggregano anche le mie amiche che hanno figli. La loro mamma è entusiasta: mi ha raccontato la bellezza di andare in luoghi dove si sente accettata, aspetto non sempre scontato. Tra noi c’è un bello scambio, lei mi chiede consigli su molte cose, io cerco di essere per lei un punto di riferimento. Sono stata a casa sua, i bambini vengono spesso da me. In pratica quasi tutti i fine settimana ci incontriamo e facciamo qualcosa di bello insieme, credo sia un’occasione impagabile».
E le emozioni sono molte: «Non dimenticherò la reazione della bambina, la prima volta che l’ho portata in biblioteca: “Ma davvero tutti questi libri sono gratis?”, mi ha chiesto. La mamma, che mi ha raccontato di essere stata molto scettica, all’inizio, rispetto al progetto dell’affido culturale, ora è molto grata. Partecipa, mi dice che sta bene ed è contenta per le opportunità che si vengono a creare per i suoi figli. Per lei, è anche un momento di svago rispetto a una routine molto impegnativa. E quando mi arrivano le foto della sua bimba che mi mostra l’ultimo dentino caduto, beh sento una pienezza difficile da spiegare».

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