Per Carlotta Ragazzini è stato un cavernoma intramidollare che l’ha colpita da bambina, per Luca “Bura” Chiarini un incidente avvenuto quando era un ragazzo. Diciannove anni lei e quarantuno lui, faentina lei e solarese lui, i due atleti paralimpici di tennis da tavolo hanno trovato entrambi, in una disciplina sportiva che mai avevano considerato prima, una strada per sentirsi vivi. Sia Carlotta che Luca saranno ospiti, giovedì 22 luglio alle 20 al Parco Gianluca Conti di Solarolo, di un evento organizzato da Danny Conti e dal suo team “Te’ bota”, così come da Roberta Zoli, mamma della piccola Francesca, la bimba con la sindrome da delezione 1p36 scomparsa nel 2017.
Durante la serata, che fa parte del progetto “Una mano sul cuore”, sarà inaugurato un tavolo da ping pong inclusivo che sia per Carlotta che per Luca ha un significato sia pratico che simbolico.
“Io ho scoperto il tennis da tavolo nel 2015 – racconta la ragazza – mentre ero ricoverata a Montecatone in seguito a un intervento di stabilizzazione della colonna vertebrale dopo il quale ho smesso, purtroppo, di camminare. Una sera ho sentito un rumore provenire dal terzo piano, dove si svolgono le attività ricreative. Incuriosita, ho conosciuto il presidente di ‘Lo sport è vita’ Davide Scazzieri, che stava facendo allenamento, e Alessandro Arcigli, direttore tecnico della Nazionale azzurra paralimpica, che mi ha fatto andare ai campionati italiani. Insomma, una volta iniziato con questo sport, non ho più smesso”. Oggi il tennis da tavolo è parte fondamentale della vita di Carlotta, iscritta a Lettere Moderne e abituata a passare diversi periodi al Centro federale a Lignano: “Le soddisfazioni per il mio impegno non sono tardate ad arrivare. Al momento sono campionessa europea under 23 e, dopo aver superato alcuni problemi di salute, spero di confermare anche il titolo di campionessa italiana che avevo fino all’anno scorso. Devo ringraziare i miei genitori per il supporto morale e anche l’aiuto organizzativo e logistico. Questo sport mi sta dando tanto anche a livello umano, perché mi consente di confrontarmi con gli altri e i loro problemi, arricchendomi”.
Tetraplegico da vent’anni, Luca Chiarini sogna invece, insieme alla fidanzata Barbara, le Paralimpiadi di Parigi, nel 2024: “Io, prima dell’incidente, ero un portiere. Per molti anni ho vissuto malissimo il fatto di non poter tornare sui campi di calcio. Il tennis da tavolo l’ho scoperto solo quattro anni fa e ho iniziato un percorso fuori tempo massimo che mi ha portato a conoscere la nazionale, e ad avere carta bianca per frequentarla da esterno. Oggi mi alleno a mie spese grazie anche ad alcuni sponsor, tra cui cooperativa per cui lavoro, l’Agrisol di Bagnacavallo”. Grazie a una carrozzina adattata al gioco del ping pong e ai consigli di Arcigli, oggi Luca deve ringraziare il tennis da tavolo perché sta meglio e dorme di più: “La mia vita è nettamente migliorata”.
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