La mamma della ragazza uccisa a 15 anni da un coetaneo: “Era pensata per lei, ora la ristruttureremo per accogliere le vittime di violenza”
I genitori di Chiara Gualzetti, la ragazza di 15 anni uccisa a Monteveglio (in provincia di Bologna) hanno intenzione di utilizzare la casa, “che era pensata per lei”, a favore delle donne maltrattate. A dirlo all’Ansa è Giusi Gualzetti, la mamma della studentessa. Chiara è stata uccisa da un coetaneo lo scorso 27 giugno. Ha detto la donna: “Ormai la casa non ha più senso. La casa era per Chiara, c’era la sua stanza dovevamo fare il suo studio. Era progettata per lei. Ora, prima di tutto, dobbiamo sistemarla a livello di stabilità, poi pensavamo, in futuro, di rivolgerci a chi avrà bisogno, per aiutare le donne in difficoltà”.
Nel giorno in cui la figlia avrebbe compiuto 16 anni, la madre e il padre della giovane hanno presentato un’associazione (L’Arco di Chiara, dalla passione del tiro con l’arco che aveva la ragazza) creata in onore della figlia e hanno parlato di un altro progetto a cui stanno lavorando: trasformare un piano della loro abitazione, nel centro del paese, in un luogo di accoglienza per le donne vittime di violenza. “E’ ancora tutto un divenire – spiega la mamma – ma ci farebbe piacere potere fare questa cosa: per chi ne ha bisogno davvero, per chi non ha un punto di appoggio, per chi ha bisogno di una casa sicura. Se ci riusciamo, lo vorremmo davvero fare”.
L’associazione
Martina Puca, amica della studentessa, è l’ideatrice dell’associazione. “Il nostro obiettivo – spiega Martina Puca, amica della studentessa e ideatrice dell’associazione – è collaborare con le scuole e con i ragazzi delle medie e delle superiori. Abbiamo già raccolto la disponibilità, come volontari, di insegnati e anche amici di Chiara. Vorremmo trattare i temi del bullismo e del cyberbullismo di cui Chiara era vittima, lo vorremmo fare coinvolgendo anche le famiglie. Spesso i genitori non sono al corrente del comportamento dei figli, con loro vorremmo parlare anche dell’uso dei videogiochi, degli smartphone e dei social network”. “Chiara ha avuto dei problemi – ha aggiunto mamma Giusi – abbiamo cercato di affrontarli, ma c’è bisogno di aiuto. Come mamma, mi rendo conto che un aiuto è utile anche perché, alcuni episodi che accadono ai ragazzini, lasciano segni profondi”.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta