«I casi di dipendenza da Internet e videogiochi da parte di bambini e adolescenti sono triplicati. Non lo dicono solo le statistiche, lo vedo anche in terapia e negli sportelli psicologici delle scuole con cui collaboro».
Andrea Bilotto, psicologo psicoterapeuta, è presidente dell’Associazione Italiana Cyberbullismo e Sexting che ha sede a Ravenna e Roma. Ed è anche co-autore, tra gli altri, dei libri «Internet Babylon. Cyberbullismo e dipendenza on-line» e di «Essere digitali. Come dominare la rete», entrambi pubblicati da Lupetti nella collana «Educazione cittadinanza digitale» di cui è coordinatore scientifico.
«La pandemia ha fatto aumentare in modo esponenziale le richieste d’aiuto da parte delle famiglie – spiega l’esperto – che non riescono più a mettere limiti e paletti all’uso dei dispositivi tecnologici da parte dei figli, anche perché isolamento e restrizioni hanno legittimato gli stessi figli a usarli eccome, quegli strumenti, in primis per la scuola. Siamo davanti ad abitudini dalle quali è difficile tornare indietro e a forme di chiusura molto forti, non facili da interrompere. Si può uscire? Si possono vedere gli amici? Adesso c’è chi non ne ha più voglia e non trova una motivazione valida per farlo. La vera complessità è proprio ora, nel segno di quel che il Covid ha lasciato, nei danni che ci fa registrare e ci farà registrare più avanti».
Ma non è solo il ritiro davanti ai propri schermi a preoccupare Bilotto: «La rabbia e la frustrazione accumulate possono facilmente sfociare nel cyberbullismo. Ho incontrato, in uno sportello d’ascolto, un ragazzino che, pressato da interrogazioni e verifiche, aveva chiesto tramite il gruppo Whatsapp di classe ad un compagno, uno dei più bravi, di passargli un compito. Quando questo si è rifiutato, il ragazzino ha minacciato l’amico, scrivendogli che non sarebbe arrivato ai 16 anni di età. E rischiando, seriamente, una denuncia». E c’è anche il sexting, tra i fenomeni in aumento: «In assenza di contatto vero e relazioni reali, per conquistarsi e corteggiarsi i ragazzini e le ragazzine si mandano foto intime, non consapevoli delle conseguenze».
Bilotto non immaginava un’esplosione così forte di casi di dipendenza: «Io stesso, come altri colleghi, ho accettato tante richieste, trovandomi sommerso di lavoro. Si tratta di un trend che non stenta a diminuire nemmeno ora che ci avviciniamo alla fine dell’anno scolastico. Ho paura che molti di questi bambini e ragazzi non riusciranno nemmeno a godersi l’estate, tanti sono gli strascichi che si portano dietro».
Ad aggravare il quadro, il fatto che l’età si abbassa: «Vediamo dipendenze a partire dagli 8-9 anni e, in generale, assistiamo a racconti preoccupanti: figli che minacciano di picchiare i genitori, ragazzini con un drastico calo del rendimento scolastico, risvegli notturni per giocare online o guardare le serie tv. Tutti campanelli d’allarme che ci devono mettere in guardia».
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