Bimbi nati prematuri, così il reparto della terapia intensiva neonatale ha sfidato la pendemia

Mascherine, igiene delle mani e tamponi: i genitori sono potuti rimanere accanto ai loro bimbi nati prematuramente h24 vicino al figlio. La dottoressa Gina Ancora ci racconta come si è riorganizzato il reparto riminese

Come è cambiato il reparto di terapia intensiva neonatale di Rimini con la pandemia? Ce lo racconta la dottoressa Gina Ancora, che lo dirige. I bimbi nati prematuri hanno bisogno di cure particolari ma anche del contatto con i genitori. La filosofia del reparto è stata chiara sin da subito: cercare di coniugare sicurezza e contatto. “L’esperienza della nascita, pandemia o no, rimane straordinaria”. Poco prima dell’emergenza è stato cambiato il reparto, con spazi migliori e più belli.

“Quello che abbiamo cercato di fare è non perdere di vista la fasce delle vita che è la relazione. Il bambino cresce con le macchine e i farmaci ma cresce soprattutto attraverso la relazione con i genitori”. Il reparto, aperto H24, è rimasto tale: “Abbiamo tenuto in vita la possibilità del genitore di stare sempre con il proprio bambino, attraverso mascherine, igiene delle mani e sorveglianza (ovvero i tamponi): ci comportiamo con i genitori esattamente come con il personale sanitario”. Durante il covid si è avuto un lieve aumento della prematurità. Sotto, la video intervista completa di Silvia Manzani:

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