In Emilia-Romagna aumenta l’induzione al travaglio e calano, invece, i tagli cesarei. Lo ha spiegato questa mattina Enrica Perrone del Servizio assistenza territoriale della Regione durante il webinair «La nascita in Emilia-Romagna», nel quale è stato presentato il 17esimo rapporto sui dati del Certificato di assistenza al parto (CedAP) 2019.
«Dal 2015 – ha spiegato Perrone – registriamo un aumento di due punti percentuali l’anno del ricorso all’induzione. La prima motivazione è la patologia materna, che registriamo nel 31,4% dei casi e che nel 2010 era del 16,9%. La seconda motivazione è la rottura prematura delle membrane (29,6%), la terza la gravidanza protratta (19,1%) la quarta la presenza di una patologia fetale (14,2%)».
Un tema, quello dell’induzione, che preoccupa anche Giuseppe Battagliarin, presidente della Commissione consultiva tecnico-scientifica sul Percorso nascita della Regione, che a inizio rapporto scrive queste parole: «L’incremento dell’età media delle donne e delle patologie associate fornisce un buon alibi a quello che potremmo definire il vizietto che manifesta la maggior parte dei punti nascita della Regione: l’eccessiva induzione del travaglio. Abbiamo superato la soglia del 31%, avendo incrementato inesorabilmente l’intervento del 2% all’anno. Per giustificare le nostre decisioni abbiamo alimentato l’indicazione ”patologia materna“ che lascia tanta discrezione all’appropriatezza come l’elastico dei pantaloni di una tuta al giro vita. Gli ostetrici sembrano affermare: ”Ci sono state date le prostaglandine, quindi perché non usarle?” Peccato che quando induciamo raddoppiamo la percentuale di cesarei, ma tutto ciò non ci preoccupa perché, lemme lemme, vediamo diminuire il tasso complessivo di cesarei, giungendo a un soddisfacente 24,2 % che molta parte d’Italia e d’Europa ci invidia».
Ed è proprio questo il secondo punto su cui si è concentrata Perrone, che guardando al 2019 ha spiegato come il tasso regionale dei cesarei sia calato ancora (nel 2009 era del 29,9%) e sia positivo soprattutto se confrontato a quello nazionale, che si attesta intorno al 31,7%: «In Emilia-Romagna il 2019 è stato anche il primo anno nel quale non si registra una differenza statistica significativa di ricorso al taglio cesareo tra donne italiane e straniere».
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