“Dopo il trauma della gestosi e della prematurità, ecco la mia rivincita”

“Credo che la mia testimonianza possa servire ad altre mamme: io avrei avuto bisogno, prima di decidere per una seconda gravidanza, di un incoraggiamento. E avrei avuto bisogno, durante questi mesi di attesa, di una pacca sulla spalla”.

Chiara Rambelli, ravennate, ha partorito ieri Camilla all’ospedale “Bufalini” di Cesena, dove forse non avrebbe immaginato di poter fare un parto naturale e dare alla luce una bambina di oltre tre chili. Il cinque agosto di cinque anni fa, infatti, è stata ricoverata per una insufficienza placentare mentre aspettava Alessandro, per poi essere sottoposta, due settimane dopo, a un cesareo d’urgenza a causa della preeclamsia, meglio nota come gestosi: “Per me un’esperienza traumatica, anche perché mio figlio pesava 1,210 grammi. I primi anni sono stati molto duri: io ho sofferto di depressione post-parto, lui era comunque molto cagionevole di salute ed è stato ricoverato più volte per problemi ai bronchi”.

Con il tempo, però, in Chiara è nato il desiderio di diventare mamma di nuovo: “In parte era Alessandro a chiedermi un fratellino o una sorellina, in parte ero io a volermi riscattare, dimostrando che avrei potuto avere una gravidanza e un parto senza problemi. Sono stata a lungo combattuta, poi mi sono affidata alla mia ginecologa, che pur non potendomi ovviamente garantire che tutto sarebbe andato bene, mi ha tranquillizzata sul fatto che, nel mio caso, si era trattato di sfortuna e che, in assenza di patologie, avrei avuto ampie possibilità di andare incontro a una bella esperienza”.

Solo per precauzione, Chiara a partire dall’11esima settimana ha assunto un anti-coagulante del sangue. Per il resto, la gravidanza è stata una passeggiata: “Sono stata bene, ho passato mesi bellissimi e felici. E ho realizzato il desiderio di partorire naturalmente. Il travaglio è stato lungo, mi sono dilatata molto lentamente. Ma è stato un momento intenso, particolare, intimo: mio marito mi è rimasto accanto ma parte del travaglio ho preferito farlo da sola, per vivermi quel momento insieme al mio corpo. Lui ha capito ed è entrato solo dopo la rottura delle acque, quando ho sentito la necessità di averlo con me”.

Oggi che Chiara ha realizzato il suo sogno, è convinta che l’arrivo di Camilla sia il risultato di un lavoro di squadra: “La forza non l’ho trovata solo dentro di me ma nella mia famiglia e in particolare in Alessandro. La prima cosa che ho detto quando mi hanno appoggiato Camilla sul petto è stata ‘non ci credo che ce l’abbiamo fatta’”.

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