Victoria Jamieson e quei fumetti che “salvano” i piccoli lettori

Victoria Jamieson a Lucca Comics

I bambini non leggono? I ragazzini snobbano i libri per videogiochi, tablet e cellulari? Da un po’ di tempo c’è un efficace antidoto, esiste un’ancora di salvezza per evitare che l’infingarda prole si perda nelle moderne inutilità. L’ultima spiaggia per genitori disperati è mettere in mano ai figli le graphic novel di Raina Telgemeier e Victoria Jamieson. Sì, si tratta di fumetti, e che fumetti. E che autrici. Due ragazze statunitensi che da sole hanno creato e quindi monopolizzato un intero segmento di mercato, quello appunto dei comics dagli 8 ai 13-14 anni.

Nel 2010 la miccia è stata accesa da Telgemeier, con Smile. Un’opera che i critici musicali, maniacalmente attenti agli aggettivi come Rachmaninov con le biscrome, non esiterebbero a definire “seminale” e che gli esperti di arte paragonerebbero alle creazioni di Gustav Klimt. Dopo quella niente è stato come prima. Neanche per Jamieson. Il libro della collega – le due si stimano reciprocamente – è stato il suo Rock around the clock, ha dato il la ad una rivoluzione colorata, ha sciolto le briglie della fantasia vincendo le ultime titubanze. Come si diventa una star mondiale del fumetto Victoria lo spiega dal palco di Lucca Comics, la gigantesca rassegna italiana del fumetto. “Raina ha aperto la strada – racconta Jamieson -. Prima di lei mi ero cimentata in altri lavori ma mi mancava il coraggio per un fumetto lungo. Ce lo avevo in testa ma non sapevo come concretizzare l’idea”.

Del suo Prometeo, Jamieson ha immediatamente apprezzato “la capacità di rivolgersi onestamente ai bambini: Smile è stata la mia ispirazione maggiore, non sono la classica autrice cresciuta divorando i fumetti di Superman e Batman”. Così nel 2015 nasce Roller girl, la storia di una ragazzina esile quanto determinata alle prese con il roller derby, spericolato sport sui pattini molto in voga negli Usa. Sbam! E’ subito un successo: se Raina è la numero uno al mondo, Victoria sale d’acchito sul secondo gradino del podio. Queste due autrici hanno trovato la chiave per parlare al cuore dei ragazzi, il linguaggio e i modi per entrare nel complicato mondo della pre e dell’adolescenza. “Con sincerità – ribadisce Jamieson -, senza rappresentazioni zuccherose o artefatte della realtà”. In punta di piedi, senza sbraitare imposizioni o, peggio, lasciare andare tutto alla deriva: quel delicato equilibrio fra rispetto delle regole e permissivismo che i genitori rincorrono quotidianamente, spesso invano. Maledetti artisti, che invidia!

Roller girl è una piccola gemma, c’è tutto quello che ci deve essere, i temi cari all’autrice: “L’amicizia, la famiglia – chiarisce – e le difficoltà della crescita”. In più il grande classico dello sport in cui “se cadi ti rialzi”. Non manca neanche il riferimento autobiografico: “Anch’io a 12 anni, come la protagonista del libro, ho perso la mia migliore amica e ancora oggi mi cimento nel roller derby”.

Adesso è il turno di Angelica alla scuola media, vicenda di una ragazzina alle prese con l’organizzazione di una festa medievale e con un mondo fatto di eroi e di cattivi: tutto diventa più complicato quando la protagonista scopre il ribaltamento e la confusione dei ruoli nella vita reale. Le aspettative non sono andate deluse: il fumetto ha messo d’accordo i piccoli lettori e i grandi critici. E, naturalmente, non è finita qui: Jamieson, che in media sforna un libro ogni due anni, sta lavorando a un nuovo progetto che le prime indiscrezioni definiscono ancora più d’impatto dei precedenti. Di sicuro, come Roller girl e Angelica, parlerà al mondo dei teenager senza distinzione di sesso. “I miei lavori – precisa l’autrice – trattano di ragazze ma questo non significa che sono esclusivamente per ragazze. Anzi, ho molti lettori anche fra i maschi. Per questo sbagliano genitori e insegnanti quando, ad un’occhiata superficiale, consigliano i miei libri solo alle bambine”.

Non fallisce un colpo invece Il Castoro, autentico punto di riferimento della letteratura per ragazzi. Dopo aver sbancato con i diritti italiani di Diario di una schiappa, la casa editrice si è accaparrata proprio Raina Telgemeier e Victoria Jamieson. Al di là della valanga di copie vendute, c’è qualcosa che testimonia la grandezza di questa operazione, la sua funzione sociale, volendo scomodare (massì) un’espressione impegnativa e costituzionalmente rilevante. “Periodicamente – fanno sapere dal Castoro – riceviamo messaggi di ringraziamento da parte di genitori al limite della commozione perché i figli hanno ripreso a leggere proprio grazie ai fumetti di Raina o di Victoria. Ci chiedono consigli su opere simili per non spezzare questa magia”. Se tra qualche lustro, nel Paese in cui il 60% degli adulti non legge neanche un libro l’anno, le statistiche saranno cambiate, sappiamo (anche) a chi dire grazie.

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