Ha 35 anni ed è la prima donna in Italia a partorire dopo aver superato un tumore e aver usato il proprio tessuto ovarico crioconservato. Si tratta di una tecnica avanzata in grado di permettere una gravidanza futura a donne affette da malattie prevalentemente ma non esclusivamente oncologiche e in cui la malattia stessa, o le terapie messe in atto per curarla, debbano compromettere in modo grave il patrimonio ovocitario. In più permette la ripresa del ciclo mestruale alle pazienti andate in menopausa a causa delle terapie antitumorali.

Quella gravidanza però di rado va a buon fine. In tutto il mondo, come ha spiegato Renato Seracchioli, direttore di Ginecologia e fisiopatologia della riproduzione umana del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, sono note 130 nascite da ex pazienti oncologiche. In Italia una, ed è avvenuta proprio grazie alla struttura di Bologna. Alla donna nel 2012 era stato diagnostico un tumore terribile: il linfoma non Hodgkin. Per debellarlo è stata sottoposta a cure pesanti: chemioterapia, autotrapianto di midollo e radioterapia. Alla fine però ce l’ha fatta, ha vinto lei, non il tumore. La ciliegina sulla torta è stata la nascita del figlio, avvenuta lo scorso luglio a Brescia, nella propria città.

Il lieto evento è stato possibile grazie, appunto, alla crioconservazione del tessuto ovarico e ai successivi reimpanti. Ne sono serviti due: “Nel giro di un paio di mesi è ricomparso il ciclo e dopo altri due mesi sono rimasta incinta”, ha raccontato al Resto del Carlino la 35enne lombarda.