Tre anni, tre insegnanti di sostegno diverse. La battaglia di Francesca

Tre anni di elementari, tre insegnanti di sostegno diverse. Sta pensando alle vie legali Francesca Luisa Arcuri, mamma di Mattia, nove anni, che soffre di un ritardo del linguaggio e del disturbo oppositivo-provocatorio: “Mio figlio, che sta per andare in quarta, non sa ancora leggere, né scrivere, né fare le operazioni. Chi pagherà per il danno che ha subito, per la lacuna che si porterà dietro tutta la vita?”.

Al momento la certificazione del bambino è in fase di aggiornamento: “Il suo è comunque un ritardo cognitivo lieve. Detto dai medici, Mattia è un bimbo sveglio e intelligente nonostante i suoi problemi. Eppure, la mancata continuità gli sta pesando parecchio. In prima ha avuto un’insegnante di sostegno valida ma non di ruolo. In seconda gliene è capitata una molto giovane, appena laureata e senza alcuna esperienza. In terza una anziana che non riuscita a fargli fare lo scatto”.

Francesca Luisa nei giorni scorsi è stata anche all’Ufficio scolastico provinciale per sollevare il caso. Ma di risposte precise non ne ha avute: “Ci sono una miriade di altri casi come il mio, alunni come Mattia sono vittime di lacune normative che si pagano a caro prezzo. Io, a mie spese, mi sono vista costretta a richiamare l’insegnante del primo anno, che quest’estate verrà a casa ad aiutare mio figlio. Per il resto, userò le ferie per girarmi le scuole di Rimini e trovarne una che mi assicuri la continuità educativa fino alla quinta. Ho anche chiesto se Mattia possa ripartire dalla seconda o dalla terza ma mi sono state date risposte contraddittorie. L’aspetto più incredibile è che la risoluzione di questi problemi sia un onere a carico delle famiglie, che si trovano prive di tutele”.

Secondo Francesca Luisa è il fallimento di un sistema tutto italiano: “Il nostro Paese, anche in questo, è il fanalino di coda rispetto agli altri. Spero nella discussione parlamentare su una proposta di legge che chiede proprio che l’insegnante di sostegno sia formato ad hoc per seguire i casi nel loro specifico. Non va bene a che a gestire bambini con bisogni educativi speciali siano insegnanti senza competenze”.

Oltre al proprio specifico caso, Francesca Luisa pensa alle altre mamme nella sua condizione, magari separate come lei: “Io ho la fortuna di avere un nuovo compagno, una madre, un lavoro. Ma le altre come fanno?.

 

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