Quando la scienza fa flop: doveva essere un aiuto alla vita, si è trasformato in uno strumento di morte. Si è trattata di una sperimentazione finita male e condotta a base di Viagra. Il farmaco nato per combattere le disfunzioni erettili dell’uomo è stato somministrato a 93 donne olandesi alle prese con gravidanze problematiche, segnate da un’insufficiente crescita dei feti. Tutte sono state seguite da team medici di dieci ospedali del Paese dei tulipani.
Si pensava che il Viagra potesse migliorare l’irrorazione del sangue verso la placenta grazie all’effetto dilatatore sui vasi. Più sangue per il feto e più crescita: questa era la semplice equazione degli scienziati. Non solo in teoria ma anche in pratica: i test preliminari sui topi, partiti nel 2015, avevano dato risultati positivi. Quelli sugli esseri umani, al contrario, si sono rivelati disastrosi: 11 neonati tra quelli venuti alla luce con un simile trattamento sono morti prematuramente. Tutti hanno sofferto di patologie polmonari letali, un effetto collaterale che, evidentemente, non era stato previsto. La ricerca è stata immediatamente sospesa e il responsabile, il ginecologo Wessel Ganzevoort, ha reso noto: “Pensavamo di poter dimostrare un effetto positivo sulla crescita del bambino e invece è accaduto l’opposto, l’ultima cosa che volevamo era fare del male ai pazienti”.
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