I bambini della scuola elementare hanno preso carta e penna e hanno scritto all’Accademia della Crusca chiedendo l’approvazione di un neologismo coniato da loro stessi: “pulmanista”. Il termine starebbe ad indicare l’autista dello scuolabus che li accompagna ogni mattina nell’istituto da loro frequentato, in Calabria. La vicenda viene raccontata al portale specializzato Libreriamo da Paolo D’Achille, insegnante di Linguistica all’università Roma 3 e responsabile del servizio di consulenza della Crusca.
A sorpresa, la storica istituzione toscana ha dato ragione alla quinta elementare di Bisignano (in provincia di Cosenza) ed ha risposto agli alunni che “la parola è ben formata e potrebbe imporsi nell’uso”. Beffata, invece, la maestra che correggeva sempre i piccoli. Un caso analogo dunque al celebre “petaloso”, la parola inventata un paio di anni fa dal piccolo Matteo Trovò, alunno di una scuola elementare Copparo. Anche allora, e sotto l’impulso di una maestra dal nome “floreale” (Margherita Aurora) e dalle idee non convenzionali, la Crusca dette il via libera stupendo buona parte del mondo accademico ufficiale.
Non è detto tuttavia che questi parti della fantasia dei bambini divengano effettivamente vocaboli usati da tutti. L’idea deve tradursi in qualcosa di più concreto, altrimenti resta un (bel) gioco di parole. Maria Cristina Torchia, ricercatrice della Crusca, tempo fa spiegò in un’intervista al quotidiano la Repubblica: “Petaloso ha avuto straordinaria risonanza, tuttavia è rimasto più un argomento che un vocabolo d’uso. Occorre tempo perché una parola nuova si stabilizzi, e non basta che un vocabolario punti sui neologismi per sembrare più fresco, più alla moda. Una lingua non vive di occasionalismi e non deve avere fretta”. Anche il pulmanista calabrese quindi deve… guidare con calma e con molta attenzione, forse un giorno giungerà a destinazione e finirà dentro un bel tomo ufficiale, per la gioia dei suoi piccoli inventori.
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