“Affondata sul lavoro”, le discriminazioni sul palco: “Verso le donne, soprattutto”

“Affondata sul lavoro” allo scorso Festival della Canapa

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Per Serena Piccoli, poeta, drammaturga e performer, l’articolo 1 della Costituzione è, nella realtà, un altro paio di maniche. Perché l’Italia, come recita il titolo dello spettacolo ideato con Giorgia Monti e in scena questa sera alle 21 al Salone dell’Incontro di Palazzo Romagnoli a Forlì (via Albicini 12), è “Affondata sul lavoro”. Dopo il successo avuto allo scorso Festival della Canapa, Serena Piccoli torna a cavalcare un tema di grandissima attualità, quello delle discriminazioni, delle ingiustizie e dei soprusi ancora oggi presenti in diversi settori professionali. E lo fa con uno sguardo di genere spiccato, mentre la memoria va al periodo in cui veniva pagata lei stessa a voucher.
Serena, perché ha scelto di trattare un argomento così caldo?
“Perché siamo circondati da storie, casi. Chi non ha un’amica, uno zio, una sorella che ha subito vessazioni sul posto di lavoro? Qualche giorno fa ho chiamato l’idraulico a casa: mentre mi aggiustava il lavandino mi raccontava che la moglie ha dovuto lasciare la sua occupazione perché il padrone la molestava. Esempio estremo? Forse. Ma non è stato affatto difficile trovare testimonianze di un mondo lavorativo senza luce: full-time retribuiti come part-time, colloqui di lavoro in cui alle donne viene chiesto di non fare figli, pagamenti in nero, sessismo”.

Serena Piccoli

Tutte reali, le storie raccontate durante lo spettacolo?
“Tutte, sì. C’è chi compare con la propria voce audio-registrata, c’è chi ha avuto paura e ha solo raccontato, per poi fare registrare la testimonianza. Non mancano una badante, un ragazzo africano, un lavoratore omosessuale lasciato a casa dopo essere stato visto con il compagno, una ballerina licenziata perché aveva denunciato in un libro l’anoressia imposta, commesse di supermercati costrette a lavorare di domenica. Uno sguardo variegato nel quale, però, la condizione della donna mi interessava particolarmente”.
Si è fatta un’idea, lavorando al testo di “Affondata sul lavoro”, del perché molte discriminazioni vedono come vittime le donne?
“Non è facile avere un quadro chiaro ma darei parte della responsabilità al sistema culturale. Certi comportamenti sono così radicati che sono, nei fatti, abitudini non messe in discussione. Un’architetta mi raccontava che i suoi colleghi vengono chiamati ‘dottori’. Lei, invece, Federica. Senza contare quando le donne vengono interpellate con i nomignoli: tesoro, stellina. A un uomo mica succederebbe”.

La performance sarà preceduta per l’occasione dalle letture di alcune poesie tratte dal  libro “Gli obbedienti” (Cicorivolta edizioni) di Francesca Del Moro, poetessa e performer. Dalle ore 20.30 alle ore 23.00 sarà inoltre possibile visitare le collezioni del Novecento e le mostre temporanee “Il mestiere dell’orafo tra tradizione e modernità” e “Auto/Ritratti dal Novecento forlivese” a ingresso libero.

Per informazioni: Servizio Cultura e Musei, tel. 0543 712627, musei@comune.forli.fc.it

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