Prosegue il tour della vicepresidente e assessore al Welfare Elisabetta Gualmini nelle province della regione per confrontarsi con tutti i soggetti – istituzionali e non, pubblici e privati – che in Emilia-Romagna si occupano di adolescenza in molteplici ambiti: educativo, formativo, sociale, sanitario, aggregativo, ricreativo, sportivo e culturale.
Il percorso porterà alla definizione di un Piano di azione regionale sull’adolescenza – a partire dall’attuale legge regionale 14 del 2008 – in grado di realizzare interventi e progetti calibrati a favore dei ragazzi più vulnerabili.
Dopo le tappe di Imola, Bologna e Rimini, domani il tour arriva a Ravenna. L’appuntamento è alle ore 17 a Ravenna, allo spazio espositivo PR2 di via D’Azeglio 2. Venerdì 13 aprile toccherà invece a Piacenza.
Dalla fotografia degli adolescenti scattata dalla Regione nella ricerca “Mappa degli adolescenti in Emilia-Romagna”, emerge che sono 381mila e rappresentano l’8,5% del totale della popolazione regionale gli adolescenti (tra gli 11 e i 19 anni d’età) che vivono in regione.
Per il 51,7% sono maschi, per il 48,3% femmine; per il 13% sono stranieri. Il 30% dei giovani è sicuro di dover lasciare l’Italia in futuro, il 53% è indeciso. Il 10% fa attività di volontariato; mille giovani sono coinvolti nello scoutismo, oltre 15 mila hanno svolto il servizio civile tra il 2004 e il 2016 e oltre l’80% considera l’amicizia importante (e si tiene prevalentemente in contatto con gli amici con nuovi mezzi di comunicazione).
Se l’immagine degli adolescenti risulta positiva nel suo complesso, la ricerca rivela anche che dal 2012 al 2014 sono raddoppiati gli adolescenti in carico ai servizi con disturbi del comportamento alimentare (oggi sono poco più di 200 in regione); l’uso di sostanze stupefacenti è diffuso e variegato (25% cannabis; 4% cocaina; 4% allucinogeni; 4% stimolanti; 1,5% eroina). Il 4% dei giovani è a rischio dipendenza ludopatica e, anche in una regione come l’Emilia Romagna, vi è stato un forte incremento dei minori in situazione di povertà (in un biennio si è passati da 4 a 8 minori su 100), in seguito alla severa crisi economica degli ultimi anni.
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