Il bambino è stato escluso lunedì scorso, 12 marzo, dal nido comunale, in base alla normativa sui vaccini. E’ stato uno dei primi ad essere destinatario della misura prevista dalla cosiddetta legge Lorenzin. I genitori, che non avevano presentato il certificato vaccinale entro il 10 marzo, hanno fatto ricorso d’urgenza al Tar e nel giro di quattro giorni è arrivata una prima risposta: il tribunale amministrativo ha sospeso l’esclusione del piccolo che quindi potrà tornare all’asilo. Almeno fino alla data della discussione collegiale fissata per il 4 aprile. Il caso riguarda un bimbo di Lovere, in provincia di Bergamo, e la decisione è stata presa dal tra di Brescia.
Il provvedimento spiega che la coppia lo scorso 7 settembre, si era limitata semplicemente a consegnare “alla direzione scolastica la richiesta inoltrata a mezzo lettera racomandata A/R” fatta “all’Al di competenza al fine di sostenere un colloquio inerente l’obbligo vaccinale introdotto dal Dl 73/2017″. Il Comune ha ritenuto tale documentazione insufficiente ed ha escluso il bambino. L’avvocato Omar Cantaluppi, legale della famiglia, ha spiegato: “I ricorrenti, al contrario, sostengono che l’obbligo loro rivolto di documentare entro il 10 marzo 2018 le avvenute vaccinazioni oppure ogni altro impegno che non sia quello già assecondato in occasione dell’iscrizione per l’anno in corso, sia del tutto illegittimo, e debba essere rivolto esclusivamente nei riguardi delle famiglie che hanno dichiarato, con autocertificazione, la copertura vaccinale dei propri figli”.
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