Con la cosiddetta medicina fai da te gli errori e le cantonate sono in agguato, specialmente con tutto quello che gira sul web: una delle raccomandazioni più frequenti dei medici è proprio quella di evitare di curarsi con Google e affini. Il rischio è quello di pagare molto cara una leggerezza e di farsi abbindolare da qualche santone. Una regola teorica che, come tutte, però ha delle eccezioni pratiche. Anzi, l’episodio che ha coinvolto Laura Handley, 30enne madre di 5 figli, dimostra proprio che grazie ai consigli del web si può salvare una vita.
La donna, che vive a Tenbury Wells, in Inghilterra, è rimasta molto colpita dalla morte di un 13enne per una forma aggressiva di leucemia melodie acuta. Il caso ha fatto scalpore perché il ragazzino se n’è andato in una settimana senza mai aver avuto particolari problemi di salute. Così la Handley ha fatto qualcosa che nella maggior parte dei casi è catalogabile come ‘azione da mamma ansiosa‘. Ha cercato i sintomi della malattia su internet: c’era qualcosa che non le tornava, percepiva un qualche problema. E allora quando ha letto “stanchezza, febbre, perdita di appetito, lividi che guariscono con difficoltà, macchie rosse sulla pelle, sudorazione notturna” le è venuta in mente Tazmin, sua figlia più piccola, di 22 mesi.
Si è confrontata con parenti e amici che l’hanno rincuorata ma lei, caparbia, ha voluto portare la figlia prima da una pediatra e poi all’ospedale dove alla piccola è stata diagnosticata una mielodisplasia, una sindrome che in pochi giorni è degenerata in quello che era esattamente il peggior incubo della madre, la leucemia mieloide acuta. Ai media internazionali la madre ha spiegato: “Penso che cercare i sintomi su Google le abbia salvato la vita“. Difatti da quel momento (era l’estate scorsa) la piccola è stata sottoposta a chemioterapia e al trapianto di midollo osseo: adesso la malattia è in remissione. Una portavoce dell’American Academy of Pediatrics ha precisato la singolarità del caso al Washington Post anche se ha riconosciuto che “l’intuizione di un genitore è molto preziosa“. Tuttavia, dopo una prima ‘diagnosi casalinga’ è sempre opportuno avere conferme mediche qualificate, come appunto ha fatto la mamma in questione.
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