Si è rivolta ad un naturopata per combattere un tumore al seno, poi ci ha ripensato ed è tornata alla medicina tradizionale ma ormai era troppo tardi e per lei non c’è stato più niente da fare. E’ morta così una donna siciliana di 46 anni la cui vicenda è stata raccontata dall’oncologo del Cro di Aviano (Pordenone) Massimiliano Beretta, dalle colonne del Gazzettino.
Il medico ha voluto denunciare pubblicamente la vicenda per evitare altri casi simili. Sono state rese note anche mail fra la donna e il professionista: “Premetto che sono arrivata al Pronto soccorso in condizioni molto critiche – c’è scritto in una di queste datata ottobre 2016 – perché avevo seguito i consigli di un naturopata che conoscevo da anni, ma che si è rivelato poi un lupo travestito da agnello, definizione sin troppo generosa per questo personaggio che praticava radioestesia, fiori di Bach, metodo Hamer e poi mi ha ridotta in fin di vita, dolorante, con problemi respiratori, debilitata e sottopeso di 10 chili. Sono precipitata da 42 a meno di 30 in qualche settimana”.
Le sostanze naturali quindi non avevano affatto aiutato la signora, anzi. la paziente allora si è affidata i medici siciliani prima e a quelli del Cro poi. Ma è stato tutto inutile perché a quel punto la situazione era compromessa. Era stato perso troppo tempo: “Mentre lei credeva di sottoporsi a una terapia efficace, la malattia avanzava in modo ancor più aggressivo – ha spiegato all’Ansa Beretta – perché non incontrava l’ostacolo della chemioterapia, e soprattutto si diffondeva in un organismo ormai privo di difese”. La morte è avvenuta circa un anno fa.
“E’ indispensabile che queste terapie non interferiscano con le cure”, ha aggiunto Beretta, che ha portato l’esempio dell’aloe: “Può compromettere l’attività terapeutica di ciascuna sostanza, con il risultato di una riduzione o talvolta di un potenziamento del suo effetto che nei casi più gravi può giungere sino all’intossicazione”. Si stima che un paziente oncologico su due che nell’arco del proprio percorso terapeutico faccia ricorso a terapie non convenzionali: è la disperazione, dice Beretta, che porta i malati tra le braccia “di certi guru” e a confidare nella cosiddetta medicina alternativa. Infine il medico lancia un allarme contro le autodiagnosi, dal momento che, secondo una recente ricerca, l’81% degli italiani si rivolge a Google per cercare informazioni sulle varie patologie e sulle cure.
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