Bologna: mamma e papà si fanno la pista ciclabile da soli

Una protesta clamorosa, creativa, gioiosa, ecologica e pacifica. Intelligente, insomma. Magari l’amministrazione comunale ci rifletterà su: di fronte a manifestazioni civiche di tale portata è impossibile non porsi delle domande e, magari, fare dietrofront. Si tratta del sit in che questa mattina si è tenuto in via Frassinago, in centro a Bologna per sensibilizzare l’opinione pubblica su quella che i promotori dell’iniziativa hanno definito “una pista ciclabile che non esiste ma che dovrebbe esistere”. L’ostacolo, dicono, è la “mancanza di coraggio da parte del Comune” che non solo non risponde alle richieste dei cittadini ma, come dimostrato dalla pioggia di multe di questi ultimi mesi, “ci fa pure cassa”.

A protestare, infatti, sono sono soprattutto (ma non solo) i genitori dei bambini che spesso percorrono in bicicletta pochi metri (meno di 50) in contromano di via Frassinago per accompagnare i piccoli a scuola. La vicenda, che nei giorni scorsi è approdata anche in Consiglio comunale, ha provocato delle risentite risposte da parte del vicesindaco ed ha causato parecchi malumori per quella che viene considerata una misura non proporzionata alle infrazioni, perché in quella zona la mobilità offre poche alternative e, aggravante ritenuta particolarmente odiosa, per le modalità stesse con cui vengono inflitte le sanzioni. Roba da servizi segreti, da pericolosi criminali, si ironizza. Relativamente a quest’ultimo punto Matilde Delfina Pescali, madre e tra i promotori dell’evento, spiega la vicenda in un video sul suo profilo Facebook: “Guardate, quello è l’angolo della vergogna dove si appostano i vigili urbani in borghese – dice -. Oggi però non si vedono…”.

Un padre, che confessa di essere stato multato, conferma: “Si avvicinano e sembrano persone in cerca di informazioni e invece sul più bello si qualificano e ti multano. Ma è una roba incredibile!”. “Anche io mi sono fermato perché credevo chiedessero informazioni”, conferma un altro papà. Così, ieri, come spiega Matilde nel video, “un gruppo di valorosi ha deciso di riprendersi la strada”: armati di gessetti, pettorine e volantini hanno disegnato una pista ciclabile in via Frassinago, dimostrando che lo spazio fisico per farla c’è e che quello che manca è la volontà politica. I manifestanti tengono a precisare di non essere saltati fuori dal nulla: “Dopo anni di inutili contrattazioni col Comune, abbiamo deciso di fare da soli. Abbiamo presentato progetti e inviato suggerimenti, ci siamo confrontati a lungo. Abbiamo le nostre ragioni e questo è solo l’ultimo atto”.

Un’altra precisazione importante: “Qualcuno vuol fare passare il messaggio che noi ci sentiamo al di sopra delle regole (il vicesindaco in Conisiglio comunale ad esempio, il quale ha insistito sul punto delle norme uguali per tutti e di una mancata specialità dei ciclisti, ndr) ma non è così: semplicemente vogliamo una diversa regolamentazione della mobilità”. Viene deplorato “l’atteggiamento miope” dell’amministrazione che non offre alternative a chi vuole muoversi in bicicletta costringendo i ciclisti a manovre pericolose o a percorrere i marciapiedi dove, non di rado, vengono investiti dalle auto che escono dai garage, come è successo giusto ieri mattina ad una signora.

Quanto alle auto, specifica Matilde, “il limite dei 30 all’ora nell’area Ztl non viene rispettato da nessuno e nessuno viene multato”. Ma la cosa più sconfortante è che “nessuno è a conoscenza del limite nonostante sia scritto a caratteri cubitali all’ingresso di ogni varco Ztl”. Il vero problema, evidentemente, non sono i ciclisti, quei genitori costretti a percorrere in bici pochi metri contromano per portare a scuola i figli. Piuttosto conviene dare un’occhiata alle abitudini, sempre più sconsiderate, degli automobilisti. A confermarlo, indirettamente, è il Comune stesso che ieri in commissione ha fornito i dati Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale secondo i quali i pedoni si confermano gli utenti più deboli in tutta la Città metropolitana: tra gennaio e febbraio, su un totale di 11 incidenti mortali, 5 vittime si spostavano a piedi. Delfina chiude la sua diretta Facebook con un messaggio di speranza: “Chissà se questa ciclabile resterà qui….”. Anzi due: “Più bici e più baci!”.

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