Un buon avvocato. Un cavillo. La buona fede. E la fedina penale resta immacolata. Rita Moriconi, ex consigliere regionale del Pd in Emilia-Romagna è stata assolta nell’ambito del processo cosiddetto “spese pazze in Regione”: come hanno documentato gli atti del processo, la Moriconi ha dato il benestare alla richiesta di rimborso spese – con soldi pubblici, dunque – presentata da un suo collaboratore per un sex toy. Non una, ma due volte. Infatti nella sentenza i giudici scrivono che “non vi è dubbio che siano state presentate due richieste di rimborso per il medesimo bene e che l’imputato abbia di fatto vistato la richiesta del suo collaboratore così consentendo allo stesso di avere il duplice rimborso per una spesa estranea al ruolo”.
Estranea al ruolo perché, ovviamente, sei fai il consigliere regionale è un po’ difficile giustificare la spesa per un vibratore (che fu acquistato nel 2010). In politica se ne sono viste di tutti i colori, per carità, ma tentare di farsi rimborsare le spese di un sex toy è un filino sfacciato. Anche questo hanno riconosciuto i magistrati, tra le righe.
E allora? Eppure l’esponente del Pd è stata assolta. La donna non è stata condannata perché “manca l’elemento psicologico del reato”. Insomma, non è stata raggiunta la prova della volontarietà del fatto. Così la Moriconi può uscire dal processo a testa alta. Quanto ad altre parti anatomiche, la signora ha sempre negato che il vibratore fosse per lei: in passato ha fatto sapere che l’oggetto era per un suo collaboratore, Rosario Genovese, che lo aveva acquistato a sua insaputa in un sex shop di Reggio Emilia. L’esponente del Pd si era limitata ad autorizzare la spesa. Distrattamente. Due volte.
Piuttosto, come aveva denunciato tempo fa la Moriconi stessa, nel frattempo si sono verificati “diversi problemi come donna e mamma di una bambina piccola”, al punto che le sono arrivati per mesi messaggi offensivi e ha dovuto tenere sua figlia “lontana dalle edicole”. “Mi sono sentita danneggiata come mamma“, ha più volte ribadito. Ecco: con un buon avvocato, un cavillo e la buona fede potrebbe ottenere anche un cospicuo risarcimento danni.
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