Un bambino di 5 anni è morto soffocato dopo essere rimasto bloccato in una lavasciuga. L’incidente, dalla dinamica ancora poco chiara, si è verificato lo scorso fine settimana a Sakai, nella prefettura di Osaka, in Giappone. Una notizia che proviene dall’altra parte del mondo ma che riportiamo proprio per la sua tragica singolarità, per riflettere ancora una volta sul pericolo rappresentato dagli incidenti casalinghi per i nostri figli: la casa, il posto apparentemente più sicuro, si può trasformare in una trappola mortale come ricordano le statistiche.
Limitandoci all’Italia, i dati dicono che ogni anno 20mila bambini restano feriti in incidenti domestici. Quasi la metà di loro ha meno di 4 anni. Gli incidenti più frequenti sono: le cadute, i tagli, gli schiacciamenti, le ustioni, le scosse elettriche, il soffocamento, l’avvelenamento e l’annegamento. Gli incidenti avvengono più frequentemente in cucina e sulle scale, ma anche in camera e in soggiorno, in bagno o nel garage.
Anche nel caso del piccolo giapponese, l’incidente è avvenuto in casa. Come riportano i media locali, sabato pomeriggio il piccolo ha approfittato di un sonnellino del padre – la madre invece era fuori – per avvicinarsi all’apparecchio che è alto un metro, largo 70 cm e profondo 60 ed ha il caricatore frontale. Sfortunatamente ha chiuso lo sportello, bloccandolo, e non ha più potuto aprirlo dall’interno. Quando il padre lo ha trovato, il piccolo era svenuto – per mancanza di ossigeno mentre nella lavasciuga non c’era acqua -: la disperata corsa all’ospedale non è servita a salvargli la vita. I media nipponici hanno ricordato un caso analogo nel 2015, quando un bambino di 7 anni morì a Tokyo in circostanze analoghe: allora fu chiesto ai produttori di inserire un dispositivo di sicurezza per evitare che l’oblò della lavasciuga si blocchi automaticamente.
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