Giovanna Gasdia: “Canto il bullismo vent’anni dopo”

“Essere ribelli e andare controcorrente non significa per forza non avere valori, anzi”. Ci sono voluti vent’anni per Giovanna Gasdia, cantautrice e chitarrista ravennate, per mettere in musica e parole la sua esperienza con il bullismo. Trentotto anni, nella vita avvocato, Giovanna ha pubblicato da qualche mese il suo primo album “Sogni dimenticati” nel quale la quarta traccia, “Quando gli altri ti guardano”, scoperchia un tema di cui allora, quando studiava al liceo, si parlava ben poco. Ma di cui Giovanna porta addosso le tracce, indelebili e formative quanto può esserlo, in generale, il dolore.

“Ero in prima superiore – racconta – quando un ‘incidente’, lo scoppio di un petardo lanciato ad altezza viso, mi causò un danno importante all’orecchio destro. Quelli che seguirono furono lunghi mesi di cure e sofferenza fisica. Da allora ho dovuto imparare a convivere quotidianamente con gli acufeni, che creano parecchi disturbi”. Ma sono state anche psicologiche, le conseguenze: “Ho sentito una gran solitudine dopo quei fatti, avevo solo 14 anni e i miei compagni di scuola non capirono quanto pesante fosse la mia situazione, ero spaventata al pensiero che avrei potuto non guarire se non attraverso un delicato intervento al timpano, e anche tra i professori furono pochi quelli realmente comprensivi. In quella sofferenza psicologica, nel sentirmi lasciata sola, ho capito cosa sia il bullismo, che non è per forza violenza ma anche indifferenza, esclusione“.

Dai dodici ai vent’anni, da autodidatta, Giovanna si è sempre occupata di musica, per poi abbandonarla negli anni dell’Università. Fino a quando, da adulta, ha ripreso in mano la chitarra acustica, iniziando a studiare davvero. E nel febbraio del 2016, dopo un grave lutto familiare, è nata la sua prima canzone “Verso un’alba nuova”, alla quale ne sono seguite – e ne stanno seguendo tutt’oggi – altre: “Dovendo affrontare quel dolore, ho iniziato un percorso che mi ha portata a ricollegarmi anche alla Giovanna adolescente, a rivivere capitoli della mia vita che non avevo rimosso ma che avevo in qualche modo considerato chiusi. Sono la stessa di allora ed è questo che canto: il sentirsi diversi in un mondo dove la povertà umana fa da padrona, dove sensibilità ed empatia sono ben poco diffuse. Non auguro a nessuno di star male ma a chi vive momenti difficili dico di avere coraggio, che soffrendo ci si mette a fuoco, si diventa più attenti a se stessi e agli altri, si innalza il proprio livello di umanità. Non si è mai realmente soli.”.

Consapevolezza di sé e vena creativa sono oggi il connubio che Giovanna vive in Slow eMotion, il gruppo acustico con cui porta in giro i suoi brani e alcune cover degli anni Novanta: “Non avrei pensato, fino a poco tempo fa, di riuscire a mettere in melodia quello che sento, il bisogno di unicità che ho sempre avvertito e la mia avversione al conformismo”.

Gli altri componenti di Slow eMotion sono Federico Calestani (voce ed armonica), Enrico Dosi (chitarra solista), Bianca Benvenuti (basso) e Francesco Cellini (violoncello),

Qui le pagine Facebook di Giovanna Gasdia e Slow eMotion

 

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