Continuare a garantire l’autosufficienza regionale del sangue, ma anche degli emocomponenti e plasmaderivati. Concentrare progressivamente le attività di controllo e lavorazione del materiale raccolto nelle due sedi di Bologna (ospedale Maggiore) e di Cesena-Pievesestina, sulla base di criteri di massima qualità. Rafforzare ancora di più il rapporto con le associazioni e le federazioni dei donatori, che in Emilia-Romagna rappresentano una realtà forte e consolidata. Sono alcuni degli obiettivi indicati nel nuovo Piano Sangue e Plasma regionale dell’Emilia-Romagna per il triennio 2017-2019, che dopo il via libera ottenuto dalla Giunta dovrà passare all’approvazione dell’Assemblea legislativa.

Sono 137.972 i donatori di sangue totali in Emilia-Romagna; 126.518 quelli che donano periodicamente. Aumentano i nuovi donatori, ovvero le persone alla prima donazione: 16.634 nel 2016 rispetto ai 14.229 dell’anno precedente (+14%). Il numero maggiore si è avuto nella fascia di età 18-25 anni (5.524). Nel 2016 le unità raccolte di sangue intero sono state 217.058, le unità trasfuse 207.542. Per quanto riguarda i dati relativi ai primi nove mesi del 2017, le unità raccolte di sangue intero sono state 161.900; 144.769 quelle trasfuse.

“Il nostro è un sistema forte, gestito nel migliore dei modi a livello organizzativo e professionale- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Un sistema da sempre capace di garantire l’autosufficienza regionale, e addirittura di fornire unità di sangue alle regioni che più ne hanno bisogno. Mi preme ricordare che il protagonista fondamentale in questo settore è il volontariato, con tutti i suoi donatori, che ancora una volta desidero ringraziare. Con questo nuovo Piano- chiude Venturi- vogliamo rafforzare ancora di più il rapporto con associazioni e federazioni, consolidare i tanti punti di forza che già ci sono e lavorare per essere ancora più efficienti”.

In continuità con il Piano precedente (2013-2015), il nuovo documento, approvato con specifica delibera di Giunta, punta a conservare, mediante attività di programmazione e coordinamento, i livelli di autosufficienza regionale di sangue, emocomponenti e plasmaderivati per le strutture sanitarie, pubbliche e private, attraverso la donazione volontaria e non remunerata.

Altro obiettivo è la standardizzazione delle procedure trasfusionali che garantiscano la massima sicurezza possibile per il donatore e per il paziente attraverso l’applicazione delle innovazioni scientifiche e tecnologiche in materia di medicina trasfusionale. In quest’ottica, verranno definiti piani adeguati di formazione e di mantenimento della professionalità nell’ambito della medicina trasfusionale.

Oltre al tema della sicurezza, il Piano promuove, attraverso l’attività dei Comitati ospedalieri per il Buon uso del sangue, un utilizzo secondo criteri di massima appropriatezza. Il nuovo Piano prevede, inoltre, una progressiva “centralizzazione” delle attività di controllo e lavorazione delle unità di sangue raccoltenelle due sedi di Bologna e di Cesena-Pievesestina, sulla base di criteri di massima qualità e gestione trasparente delle scorte. In base alle indicazioni contenute nel documento, ci si avvarrà delle competenze dei diversi “attori” della rete regionale per definire i tempi e le modalità più idonee per il raggiungimento di quest’obiettivo.

Verrà sviluppata anche la rete informatica regionale del “sistema sangue”, così da garantire – mediante l’allineamento alle tecnologie più aggiornate – un elevato livello di sicurezza informatica ed interoperabilità dei sistemi, oltre alla standardizzazione delle procedure e la tracciabilità su tutto il territorio delle modalità di assegnazione e trasfusione. Il Piano ha come obiettivo anche quello di sostenere ulteriormente le associazioni e le federazioni di donatori di sangue, integrandole nel sistema informatico regionale, nella promozione e nello sviluppo della donazione con campagne di sensibilizzazione, e nella cura della salute dei donatori.
Infine, si stabilisce che la direzione del Crs – Centro regionale sangue (la struttura finalizzata a garantire l’autosufficienza regionale e a concorrere all’autosufficienza nazionale) venga conferita, nel rispetto di quanto già stabilito in precedenza e sempre con un atto della Giunta, a un professionista in possesso dei requisiti adeguati all’incarico.