Rimini, manichini per salvare la vita a neonati e donne incinte

Foto Riccardo Gallini

Si è svolta questa mattina nelle nuove aule di formazione-simulazione avanzata dell’ospedale “Infermi” di Rimini, l’inaugurazione del “Sistema di simulazione avanzata ad alta fedeltà” per la formazione degli operatori nella gestione delle emergenze neonatali e materne. Oltre alle aule, ricavate nelle vecchie sale operatorie, lasciate libere dopo l’inaugurazione, due anni fa, dei nuovi comparti operatori nel nuovo Dea di Rimini, grazie al lavoro dell’ufficio tecnico dell’Ausl, fondamentale è stato il sistema tecnologico di simulazione avanzata, donato dall’associazione Rimini Solidale Onlus: un kit di manichini meccanici all’avanguardia e in grado di simulare molto fedelmente il comportamento del corpo umano. Si tratta, in particolare, di due manichini di neonati e del manichino di una donna incinta, collegati attraverso sensori alle consolle, dove gli allievi possono verificare l’esatta esecuzione, da parte loro, delle manovre. A completare l’opera, il lavoro dell’unità operativa di Ingegneria Clinica dell’Ausl Romagna (diretta dall’ingegner Roberto Camillini), per l’installazione delle delicate apparecchiature e l’attivazione delle aule.

Maurizio Focchi, presidente di Rimini Solidale, ha ricordato la continuità delle donazioni effettuate dalla onlus negli ultimi dieci anni: la tac multistrato (2008), mammografo mobile (2011), laser confocale per la dermatologia (2013), mammografo digitale per la senologia ospedaliera (2015), per un valore di circa due milioni di euro.
Foto Riccardo Gallini

Ad illustrare nel dettaglio le apparecchiature è stata la dottoressa Gina Ancora, primario della Terapia Intensiva Neonatale e responsabile delle nuove aule formative: “Quando ci troviamo ad intervenire su un’emergenza neonatale non c’è il tempo per incertezze e la pressione è molto forte. E ancora, quando ci si trova davanti al caso pratico, non è così automatico applicare freddamente quello che, in teoria, si conosce perfettamente. Questo nuovo sistema di simulazione e formazione ci consente di simulare prima tutte le emergenze con una estrema verosimiglianza, e quindi di arrivare più preparati. Anche la fase di debrifing, dopo la parte pratica, consente agli allievi di capire bene quello che può essere migliorato in chiave futura”. All’ospedale vi sono ogni anno circa 2.800 parti mentre i bimbi curati presso la Tin di Rimini, nati con peso compreso tra 325 grammi e un chilo e mezzo sono stati circa trecento negli ultimi cinque anni.

Lo scopo del progetto, spiega l’Ausl, è formare in maniera sicura ed efficace personale sanitario volto ad eseguire manovre salvavita su bambini e donne, specie al momento del parto, considerando che 1 bambino ogni 100 nasce di peso inferiore ai 1500 g ed 1 bambino ogni 1000 può avere una asfissia al momento del parto. Anche l’emorragia materna nel post-partum rappresenta una grave emergenza medica.

“Per portare a termine con successo una rianimazione non bastano le macchine ma serve un team specializzato, rapido e coordinato – precisa una nota dell’azienda sanitaria -. Il successo infatti è sia legato a fattori tecnici, quali capacità tecniche ed attrezzature, che a fattori umani, tra cui la capacità di anticipare e pianificare l’emergenza, esercitare la leadership, comunicare in maniera efficace, distribuire razionalmente il carico di lavoro”.

Foto Riccardo Gallini

Ed ancora: “In situazioni di pericolo, critiche e complesse possono verificarsi degli errori: circa il 70% degli errori in medicina sono attribuibili a fattori umani e non c’è formazione classica che possa migliorare questo dato. La maggior parte degli errori non sono dovuti a scarse conoscenze da parte dei sanitari ma a difficoltà nel trasformare la propria conoscenza in azioni utili nella cura del paziente nel mondo reale per incertezza delle situazioni, pressioni legate allo scarso tempo a disposizione, interazione con il resto del team. Solo l’allenamento nella gestione di casi gravi e complessi, sotto pressione psicologica, può migliorare il successo dell’intervento sanitario e migliorare sopravvivenza e qualità della vita del paziente. Così come nella Formula 1 non si prova in corsa, in ambito sanitario non si prova in corsia. La formazione attraverso la simulazione permette di esercitarsi dal punto di vista tecnico, di far pratica in situazioni critiche (emergenze ad alto rischio con bassa incidenza) e di mettere a fuoco e correggere i fattori umani che portano all’errore (in simulazione si può sbagliare, riflettere sull’errore ed abituarsi a correggerlo senza mettere in pericolo la vita dei pazienti: ci si esercita come nelle situazioni reali ma senza creare danni reali)”.

La simulazione è molto usata in aviazione, nel nucleare e nelle industrie in cui gli errori umani possono portare ad eventi catastrofici. Da non molto tempo viene usata in ambito sanitario, dove vengono ricreate realisticamente delle situazioni cliniche di emergenza (scenari) attraverso l’uso di manichini robotizzati che rispondono come un paziente vero, migliorando o peggiorando le sue condizioni vitali a seconda della correttezza o meno delle azioni fatte da equipe multidisciplinari di professionisti. Le scene vengono videoregistrate e dopo di ciò ci si ferma ad analizzare e riflettere sull’accaduto. La formazione attraverso simulazione richiede non solo manichini robotizzati ad alta fedeltà ma anche docenti specializzati in questa nuova forma di insegnamento che abbiano seguito un percorso specifico di insegnamento agli adulti. In ambito neonatale riminese esistono tre docenti con queste caratteristiche formatesi a loro volta con docenti europei ed italiani.

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