Il ministro: non si esce da scuola da soli fino alle superiori

No, niente da fare: fino alle superiori non si può tornare a casa da soli. Bambini e ragazzi di scuole elementari e medie dovranno essere accompagnati dai genitori, nonni, parenti o altre persone autorizzate al ritiro. A confermarlo è direttamente il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, dal momento che la questione si era aperta dopo che una sentenza della Cassazione aveva recentemente condannato una scuola e il ministero per la morte di uno studente avvenuta fuori dall’edificio scolastico. Fino al compimento dei 14 anni è così e la legge non consente deroghe. “Questa è la legge, e deve essere rispettata. I genitori devono esserne consapevoli”, spiega la Fedeli ai microfoni di La7.

Al giornalista che gli chiede se anche lei si adatterà al nuovo corso, il ministro risponde: “Sono una persona che per cultura rispetta le leggi e quindi sì. E’ vero, è giusto sperimentare l’autonomia dei ragazzi ma si può fare anche di pomeriggio, non necessariamente nel percorso casa-scuola-casa”. E se i genitori sono al lavoro? “Ci vadano i nonni”, scandisce la Fedeli. Che poi precisa: “Se dovesse accadere qualche disgrazia a un alunno delle medie mentre torna a casa da solo, anche i presidi rischiano una condanna da sei mesi a cinque anni”.

Esultano così quelle scuole (molte, da Nord a Sud) che hanno imposto regolamenti restrittivi dopo la sentenza della Cassazione. Con la pronuncia 21593/2017, i magistrati hanno decretato che la scuola – come il Comune – è ugualmente responsabile anche se l’incidente all’alunno è occorso fuori dalla scuola, perché gli insegnanti hanno l’obbligo sia di assicurarsi che i bambini siano saliti sul bus sia di aspettare i genitori se in ritardo. Sembra quindi andato a vuoto l’appello lanciato da una serie di docenti che in una lettera aperta inviata al Parlamento e al governo avevano chiesto una sorta di ‘liberalizzazione’ del percorso casa-scuola, proprio in conseguenza della sentenza della Cassazione.

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