Emilia-Romagna, ecco le mamme che allattano di più al seno

Le mamme dell’Emilia-Romagna allattano sempre di più al seno, come abbiamo scritto la scorsa settimana. Ma chi sono quelle che allattano di più? E cosa ha intenzione di fare la Regione per incrementare ancora di più la percentuale di donne che scelgono di nutrire i propri figli, almeno nei primi cinque mesi, senza ricorrere al latte in formula? Lo dice il Rapporto sulla prevalenza dell’allattamento al seno redatto sui numeri del 2016, quando sono state raccolte le informazioni riguardanti 35.832 bambini di età compresa fra 61 e 90 giorni e fra 121 e 150 giorni. Numeri dai quali emerge che la prevalenza di allattamento completo (somma fra allattamento esclusivo e predominante, quello che viene integrato con acqua e tisane ma non con latte artificiale) è in lieve miglioramento rispetto alla rilevazione del 2015. A tre mesi, infatti, la media regionale è pari a 55% (era 52% nel 2015) mentre a cinque mesi è pari a 37% (era 33% nel 2015).

A essere allattati più spesso in maniera completa sono i bambini figli di donne straniere. Ad aumentare la probabilità che una donna allatti è la presenza di diversi fattori: padre straniero, età materna fra 18 e 35 anni, scolarità materna e paterna elevata, madre non lavoratrice, coniugata, pluripara, normopeso, non fumatrice o che ha sospeso il fumo in gravidanza, che ha frequentato il corso di accompagnamento alla nascita, assistita dal servizio pubblico durante la gravidanza, con gravidanza decorsa fisiologicamente, che partorisce senza induzione e per via vaginale un neonato a termine di peso adeguato.

Riducono, invece, la probabilità di allattare l’avere concepito con procreazione medicalmente assistita e aver ricevuto l’epidurale; inoltre la probabilità si riduce al passare dei giorni di vita del lattante.

Quanto alla distribuzione geografica, ai tre mesi d’età dei piccoli le mamme della regione che allattano pià frequentemente in maniera completa sono quelle di Piacenza (lo fa il 63%), Rimini (60%), Parma (59%) e Modena (58%). In fondo alla classifica Ferrara (51%), Bologna (53%) e Reggio Emilia (54%). I distretti dove sono di più le mamme che non allattano al seno sono Imola e Ferrara: in entrambi i casi, ricorre solo al latte in formula una donna su quattro.

A cinque mesi le cose cambiano un po’. Cesena va in testa con il 48% delle mamme che allattano al seno, mentre Piacenza va al secondo posto con il 46%, seguita da Rimini (44%), Ravenna (39%) e Bologna (39%). In fondo Reggio (28%) e Imola (25%). Sempre a Imola e Ferrara si continua a registrare il numero maggiore di mamme che non allattano al seno (rispettivamente il 38% e il 37%).

Davanti ai numeri, la Regione indica le direzione da intraprendere per provare ad alzare ancora di più la percentuale di donne che allattano: “Necessario proseguire e sostenere quelle attività finalizzate a ridurre la prevalenza di donne che fumano in gravidanza; ridurre la prevalenza di donne che arrivano al concepimento in stato di sovrappeso o obesità; aumentare la prevalenza di donne che frequenta i corsi di accompagnamento alla nascita;  ridurre la prevalenza di parti con travaglio indotto; ridurre la prevalenza di parti con taglio cesareo”.

Ma si suggerisce anche una modalità  “relativamente recente e ancora poco diffusa” di sostegno alle donne che iniziano ad allattare o che lamentano dolori o problemi al momento dell’attacco: la posizione semi-reclinata.

“Sembra che consigliare alla donna, nei primi giorni di avvio dell’allattamento, di assumere una posizione rilassata, semi-reclinata, che permetta di avere il bambino che grava completamente sul corpo della madre (e quindi non debba essere sostenuto dalla madre), consenta al neonato di estrinsecare i riflessi innati che lo portano, naturalmente e senza esercitare alcuna trazione sul capezzolo o sull’areola materna, ad attaccarsi in maniera efficiente al seno, così da avere una buona crescita e non provocare dolore né ferite sul seno materno”.

In particolare per l’anno 2017 vengono proposti interventi per promuovere il contatto pelle a pelle precoce e prolungato nei diversi punti nascita della regione.

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