Affido, ecco le province dove le famiglie sono più accoglienti

“A braccia aperte”, la campagna di sensibilizzazione e promozione dell’affido e dell’accoglienza familiare lanciata dalla Regione Emilia-Romagna, funziona. Lo ha detto la vicepresidente Elisabetta Gualmini: “La top three delle nostre province più ospitali è rappresentata da Reggio Emilia, Modena e Bologna che da sole nel 2015 hanno accolto 843 bambini su un totale di quasi 1.500 in regione: luoghi aperti con gente aperta, che non si tira indietro di fronte alle necessità. Progetti come questo, che dimostrano di funzionare, rappresentano vere e proprie perle del nostro territorio e ci aiutano a rendere le nostre città più belle, accoglienti e coese. Per questo vanno riconosciuti, valorizzati e riprodotti: l’innovazione nasce anche dall’emulazione: continuiamo così per il futuro dei nostri bambini”.

La campagna, ha aggiunto Gualmini, verrà promossa con ancora più forza: “Perché siamo convinti del potere generativo e trasformazionale delle relazioni familiari: la famiglia accoglie, la famiglia offre cure e attenzioni, la famiglia dà sostegno, la famiglia concorre a modificare situazioni difficili, e in questo senso è un vero e proprio moltiplicatore di virtù e di benessere, in grado di far crescere, non solo i bambini, ma tutti i soggetti coinvolti. E ancora siamo sostenitori di una cultura condivisa del fare famiglia: pensiamo a una genitorialità ‘sociale’, che va oltre la porta di casa, per aprirsi all’esterno, al buon vicinato, al mondo dell’associazionismo e del volontariato, alla comunità nella sua totalità, dove ognuno può contribuire a creare un ambiente più positivo, una rete stabile di relazioni allargate e significative. Ci abbiamo creduto tanto da modificare persino la normativa regionale agendo sulla legge 14/2008 nelle sue parti relative all’affido familiare con l’inserimento proprio della famiglia, anche composta da persone singole, come prima struttura di accoglienza che possa prestarsi a ospitare i bambini in affidamento. Una legge, lo sappiamo, non modifica immediatamente i comportamenti ma può intervenire su quella dimensione culturale che fa da cornice al nostro agire. E in questo ambito si muove anche la formazione che sia Bologna sia la regione stanno promuovendo per incoraggiare le famiglie e non farle sentire sole”.

 

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