Svolta, ieri, nelle indagini sugli stupri di Rimini. Due fratelli marocchini di 15 e 17 anni che ora si trovano nel carcere del Pratello di Bologna, dopo essersi presentati in Questura per raccontare di avere fatto parte del branco che ha violentato una ragazza polacca e una transessuale peruviana, hanno fatto risalire a un altro membro del gruppo, un nigeriano 16enne che ora è nello stesso penitenziario e al capo, un congolese ventenne, Guerlin Butungu.
A fermare Butungu in stazione a Rimini è stata Francesca Capaldo, capo della sezione dello Sco (il Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato che si occupa della violenza di genere. La foto di lei che trascina Butungu in questura tirandolo per la maglietta ha fatto il giro del web: “Mi occupo da tempo di questo tipo di reati, seguo numerose indagini su episodi di violenza. Ma sono rimasta impressionata dalla ferocia di questi ragazzi. Sono molto giovani, eppure hanno tirato fuori una carica d’odio enorme”, ha detto a Il Corriere della Sera.
I tre minori coinvolti nello stupro negano però di aver agito violenza sessuale: “Lui ordinava e noi ubbidivamo come cani”, hanno detto riferendosi al congolese. Certo è che quella sera tutti avevano bevuto vino, birra e fumato spinelli, bazzicando tra il Marano e Miramare (in spiaggia e nei locali) prima dello stupro.
I minorenni hanno raccontato di essere convinti che il capo volesse “solo” rapinare la ragazza polacca e il compagno. Idem per la peruviana. E di avere aiutato Butungu solo a tenere ferme le vittime. Si sono quindi tirati fuori dalle accuse di Butungu, che a sua volte nega di essere uno stupratore.
Intanto il padre dei due fratelli minori, un 51enne padre di altri due figli, tra cui una bimba di tre anni, è stato intervistato da Il Resto del Carlino: “Quando ho capito che i miei figli erano coinvolti li ho mandati dai carabinieri. Può capitare che uno rubi un telefonino, ma non che uno violenti una donna. Se hanno fatto una cosa del genere, devono pagare”.
L’uomo ha precisato che i due ragazzi, di cui il più piccolo invalido all’80%, frequentano l’Alberghiero a Pesaro e che la sera degli stupri li ha trovati mentre dormivano sul balcone: “Se uno violentasse mia moglie o mia figlia, lo ammazzerei”.
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