C’è M.C., affetta da una malattia autoimmune con molti parenti malati di Lupus e sclerosi multipla o gravemente allergici: “In molte parti del mondo, anche dove è in vigore l’obbligo vaccinale, i bambini con una simile storia familiare vengono esonerati per cautela dalle vaccinazioni. In Italia mia figlia, tre anni, non ha nemmeno ottenuto di effettuare glie esami pre-vaccinali”. E poi c’è Francesco De Roberto, affetto da talassemia, papà di una bimba di cinque. Sono solo alcuni nomi del gruppo di circa venti genitori che nei giorni scorsi si è presentato in Comune a Ravenna per farsi protocollare, in segreteria dal sindaco Michele De Pascale, una lettera in cui vengono espressi dubbi rispetto alla legge Lorenzin. Lettera che si aggiunge alle decine di raccomandate arrivate al Gabinetto del sindaco da parte di altri genitori che hanno espresso, questa volta singolarmente, le loro perplessità. E che hanno chiesto di essere ascoltati.

“Non siamo egli scellerati come spesso veniamo descritti – spiega M.C. -. E non siamo nemmeno no-vax. Siamo, più semplicemente, free vax. Tra di noi c’è chi obietta per seri motivi di salute, chi ha parzialmente vaccinato i figli. E ci sono, per dirla tutta, anche un paio di mamme farmaciste”.

Alcuni dei “venti” anche mandato individualmente le proprie raccomandate al primo cittadino, spiegando i motivi personali del proprio no alla legge 119 del 31 luglio.

“Settembre è alle porte – recita, tra le altre cose, la lettera – e ci chiediamo quale sarà il futuro per i nostri bambini in età prescolare, che fino ad oggi hanno frequentato i nidi e le scuole dell’infanzia. Ci chiediamo quale metodo pedagogico preveda la brusca interruzione di (o esclusione da) percorsi educativi e frantumazione di comunità umane extra familiari, ritenuti oramai da decenni preziosissime esperienze per un sano e completo sviluppo psico-fisico-sociale dei bambini”.

La segreteria del sindaco ha fatto sapere che De Pascale leggerà le lettere e le invierà per conoscenza all’Asp, che farà da tramite con l’Asl, così come al servizio nidi e scuole di infanzia del Comune.