“Rinviare di sei mesi il provvedimento di chiusura dei piccoli punti nascita dell’Appennino, come preannunciato dalla Regione Emilia Romagna, può rappresentare una minaccia alla salute di mamme e bambini. È indispensabile informare in modo corretto le donne in quanto una comunicazione errata crea false aspettative nella popolazione e induce certezze non corrispondenti al vero. Organizzare o rafforzare un punto nascita dal punto di vista del solo organigramma non garantisce di per sé il rispetto della normativa vigente e degli indirizzi dell’Oms su una gravidanza e parto sicuri”. Sono le parole della presidente dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (Aogoi) Elsa Viora, che è intervenuta sulla richiesta di deroga presentata dalla Regione al Ministero della Salute per sei punti nascita.
“Il diritto alla migliore assistenza possibile per donna e neonato- ha aggiunto Viora – deve essere tutelato attraverso la possibilità in concreto di essere trasportati in punti nascita rispondenti alla normativa, e non dalla apparente ‘comodità’ di partorire in un luogo più vicino al proprio domicilio”.
Parole in linea con quelle espresse qualche mese fa da un gruppo di pediatri e neonatologi.
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