La Cassazione: non c’è relazione fra vaccini e autismo

“Non è al momento ipotizzabile una correlazione tra vaccinazione e malattia”. Con questa motivazione la sesta sezione civile della Corte di Cassazione ha negato l’indennizzo al padre di un bambino autistico. Secondo la famiglia, il piccolo avrebbe contratto la patologia in seguito alla vaccinazione antipolio. Precisamente veniva lamentata una “encefalopatia immunomediata ad insorgenza post vaccini e con sindrome autistica“.

Con sentenza depositata ieri, i magistrati hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal genitore contro la sentenza con cui la Corte d’appello di Salerno aveva già negato l’indennizzo al minore escludendo “il nesso di causalità tra la vaccinazione subita e la malattia”. Nella perizia il consulente tecnico aveva spiegato di “trovarsi di fronte a una patologia, il disturbo generalizzato dello sviluppo, di cui non è tuttora ipotizzabile una correlazione con alcuna causa nota in termini statisticamente accettabili e probanti”. Piuttosto “vi concorre un possibile ruolo di fattori genetici, mentre non sussistono ad oggi studi epidemiologici definitivi che consentano di porre in correlazione la frequenza dell’autismo con quella della vaccinazione Sabin nella popolazione”. Conclusione fatta propria dai giudici della Cassazione la cui sentenza è stata commentata positivamente dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “La tesi principale dei no vax è quella di paventare un presunto collegamento tra le vaccinazioni e l’insorgenza di malattie come l’autismo, giocando sulla paura delle madri e delle famiglie – ha detto la Lorenzin -. Questa tesi è stata smentita in questi anni prima di tutto dalla comunità scientifica mondiale e adesso anche dal diritto e dalla giustizia grazie alla sentenza della Corte di Cassazione”.

La stessa corte di Cassazione lo scorso primo febbraio però aveva riconosciuto l’indennizzo (previsto dalla legge 210 del 1992) per i danni da vaccino ad un uomo di 37 anni di Vittorio Veneto rimasto invalido da bambino proprio a causa dell’antipolio. Le reazioni avverse si erano manifestate subito, dopo pochi giorni dal vaccino (era il 1981). “Purtroppo – aveva spiegato alla Tribuna di Treviso l’avvocato della famiglia – hanno continuato a fare tutte le altre vaccinazioni. La conseguenza è stata un ulteriore aggravamento che ha interessato il suo sistema nervoso e immunitario”.

Il tribunale di Treviso aveva disposto una consulenza tecnica che aveva confermato il nesso di causalità tra le patologie insorte e le vaccinazioni: a causa della diagnosi di encefalopatia epilettica con grave ritardo psicomotorio e del linguaggio, i magistrati veneti avevano condannato il ministero della Salute. Dopo il ricorso del ministero, la Corte di appello di Venezia nel 2013 aveva confermato la sentenza dei colleghi trevigiani ma il ministero aveva resistito di nuovo e ancora una volta era stato sconfitto. A febbraio il Codacons, l’associazione dei consumatori, aveva previsto che la pronuncia della Cassazione avrebbe aperto “la strada a migliaia di cause risarcitorie contro il ministero della Salute da parte di quelle famiglie che, per via delle nuove norme regionali e comunali che impongono la vaccinazione per la frequentazione di scuole e asili, dovessero riscontrare reazioni avverse ai vaccini nei propri figli”.

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