Le parole del pubblico ministero probabilmente sono state le più efficaci, quelle che hanno sintetizzato meglio la vicenda: “Pensava di sfuggire all’inferno di un orfanotrofio in Ucraina e ha trovato in Italia un inferno ancora peggiore”. Si tratta dell’adozione di un bambino finita malissimo: i genitori, una coppia di torinesi, sono stati condannati a un anno e 8 mesi per maltrattamenti.
Ma quello che le cifre non raccontano sono le botte e le umiliazioni quotidiane emerse durante il processo. Il pm, che aveva chiesto la condanna a quattro anni per i genitori, ha detto: “Poche volte in un aula di giustizia ci siamo trovati di fronte a maltrattamenti tanto brutti e tanto infami per la loro perseveranza”. Come rendono noto i media locali, i magistrati hanno ricostruito una storia penosa fatta di botte, minacce ed umiliazioni quotidiane. Ad esempio è stato accertato che la coppia aveva costretto il bambino, che all’epoca aveva 9 anni, a portare un cartello con la scritta “Sono un bambino sporco“. Ed ancora: docce fredde e mutande infilate in bocca per punirlo della pipì a letto. Oppure il piccolo veniva costretto a zappare l’orto per ore o a portare una benda sulla bocca per non parlare. Oggi il ragazzino vive in una comunità per decisione del Tribunale per i minorenni di Torino.
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