Una famiglia è rimasta bloccata a 30 metri di altezza sulle montagne russe. Padre, madre e figli adolescenti fermi in un vagoncino per una mezz’oretta in attesa di essere liberati dallo staff. Non solo: non poche altre attrazioni erano fuori servizio. Sabato scorso l’inaugurazione del parco divertimenti Gardaland non è stata certo memorabile. Come hanno spiegato i media locali, nel primo pomeriggio diverse giostre non funzionavano. Divertimenti dal nome evocativo (Sequoia adventure, Fuga da Atlantide, Blu tornado e Mammut) ma che, nei fatti, erano macchine inerti. Spente. Al punto che moltissimi turisti si sono presentati infuriati ai botteghini per chiedere il rimborso dei biglietti. Lunghe code per poi sentirsi fare proposte del tipo: “Col biglietto di oggi tornate un altro giorno, è ancora valido vista l’eccezionalità dell’evento”. Non sono mancati i momenti di tensione.
A quel punto, nell’imbarazzo generale, Gardaland ha emesso una nota stampa nel quale addossava la colpa al fornitore di energia elettrica denunciando “un anomalo straordinario sbalzo di energia da parte di Enel”. La quale, da parte sua, nel giro di poco ha smentito seccamente la versione fornita dal parco divertimenti. Così Gardaland è stata costretta a replicare scusandosi con i turisti e con Enel: “A seguito di ulteriori e più approfondite verifiche effettuate – ha reso noto – è emerso che lo sbalzo di energia verificatosi non è da imputare a Enel ma a un guasto sulla rete interna del parco“. Insomma, come si suol dire, chi ben comincia è a metà dell’opera. O no?
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