Consigliera comunale derisa perché deve allattare

allattamentoLa sua collega in consiglio comunale, ma non compagna di partito, ha fatto un gesto che anticamente sarebbe stato definito cavalleresco. Le ha ceduto la parola perché “a casa una bimba di cinque mesi, mentre io ho un figlio di 8 anni“. A quel punto sono partite le risatine e gli sfottò. Non plateali, a giudizio di chi era presente, ma contenuti, sommessi. Eppure denigratori. La vicenda di Claudia Ceroni, consigliere comunale a Dozza ed ex candidato sindaco per il centrosinistra, sembra l’ennesima conferma di un clima ostile nei confronti dell’allattamento e, più in generale, di quanto sia difficile coniugare la maternità agli impegni professionali o civili. La prima a rammaricarsene coi media locali è stata proprio Michela Mazza, la capogruppo della lista civica che avrebbe voluto accelerare l’intervento della Ceroni.

Avrebbe voluto perché, in un clima ormai ‘avvelenato’, alla Ceroni è stata tolta la parola ed il suo intervento è stato giudicato fuori tema. Alla seduta, tenutasi il 30 marzo, erano presenti anche alcuni sindacalisti della Cgil di Imola i quali hanno riportato che “sono subito partiti sorrisini da parte dei consiglieri, uomini e donne, che hanno disgustato tutto il pubblico presente”. Ma c’è di più: “Una consigliera comunale, prendendo la parola, ha esordito affermando che ‘le donne usano il tiralatte e il biberon e continuano perciò ad andare a lavorare'”.. Il fatto – che non sarebbe isolato: è almeno la seconda volta che la Ceroni viene derisa in Consiglio comunale sempre a causa dell’allattamento – è stato definito dalla stessa Cgil “inaccettabile, inqualificabile denigratorio e discriminatorio” mentre sul proprio profilo Facebook la stessa Ceroni ha precisato: “Sono l’unica consigliera seduta in quel consiglio comunale che dall’inizio del mandato (giugno 2014) ha completamente rinunciato a qualsiasi forma di indennizzo e non ha più beneficiato dei permessi lavorativi che spettano ai consiglieri eletti”. E per tutta risposta ha ricevuto il seguente messaggio (da un’altra donna): “Io non tollero questo nuovo ‘diritto’ ad allattare mentre si lavora. Privilegio riservato a chi lavora poco, e per modo di dire”.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g