Il primo stipendio extra è andato alla responsabile delle analisi chimiche, diventata mamma da pochi giorni. Seguiranno altre mensilità extra dedicate alle neomamme o ai padri o a chi adotterà un bambino: 1500 euro una tantum per incoraggiare la natalità. Il bonus bebè (o baby bonus come è stato ribattezzato) viene interamente pagato dal signor Roberto Brazzale, 54enne imprenditore vicentino di Zanè, titolare della Brazzale spa, storica azienda lattiero-casearia con 553 dipendenti, tra il Veneto e la Repubblica Ceca (dove il premio ammonta a 25mila corone).
Il messaggio è dunque quello di fare figli: “Vogliamo che i giovani che investono sulla vita si sentano a proprio agio e che non debbano preoccuparsi del lavoro”, spiega Brazzale. Ed ancora, come rende noto una nota pubblicata sul sito del gruppo: “Pensavamo da tanto tempo a questa iniziativa. Ora finalmente l’abbiamo messa a punto e speriamo sia utile per la felicità dei nostri collaboratori. Ci sembra, in questo modo, di adempiere ad una responsabilità minima, pensando molto di più alle coppie che vogliono avere bambini e, una volta tanto, un po’ di meno a chi di garanzie e privilegi ne ha già a sufficienza”.
Il titolare ha pensato che “c’era bisogno di dare un segnale chiaro” e che i soldi sono solo una parte di un progetto sociale e civile più ampio: “Desideriamo non soltanto aiutare lo sforzo economico dei neogenitori ma, soprattutto, far sentire che l’azienda è felice quando riescono a realizzare i loro progetti di vita, che devono sempre restare in primo piano. Il messaggio che vogliano trasmettere ai nostri collaboratori è che l’azienda accoglie con entusiasmo le nuove nascite e dovrà sapersi organizzare e far carico di quanto necessario per garantire loro il più sereno utilizzo dei periodi di congedo parentale”. E il pubblico? “Non è sufficiente l’intervento dello Stato, perché il sostegno alla maternità e alle nuove nascite deve arrivare da uno sforzo corale, nel quale anche le aziende devono fare la loro parte”.
Del nuovo contributo potrà beneficiare ognuno dei 238 dipendenti italiani e dei 315 cechi, assunti a tempo indeterminato. L’unico requisito che l’azienda richiede per poter usufruire del bonus è quello di essere dipendenti da almeno due anni e di rimanerlo per altri due dopo la nascita del bebè. “In Repubblica Ceca – specifica il comunicato dell’azienda – il Baby bonus si aggiunge a una legislazione molto civile ed attenta alle esigenze dei genitori dei neonati, tanto che il congedo parentale può arrivare fino a tre anni, con il diritto a conservare il posto di lavoro ed un’indennità, eventualmente prolungabile in caso di nascita di ulteriori figli”. Eh già, adesso anche da noi toccherebbe allo Stato fare la propria parte…
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