Cento famiglie riminesi, ogni anno, contattano i laboratori d’analisi per scoprire se i figli fanno uso di sostanze stupefacenti. Dopo il suicidio del 16enne scoperto, a Lavagna, con alcuni grammi di hashish, Il Resto del Carlino ha contattato gli addetti ai lavori, che hanno spiegato come i genitori a volte portino le urine dei figli e altre una ciocca di capelli.
Mirko Maffei, medico del laboratorio Mare.A di Cattolica, ha spiegato che certe mamme e certi papà si procurano all’insaputa dei figli i capelli, strappando una ciocca nel sonno o recuperandola da spazzole e lavandini: “Di recente, ai genitori preoccupati per il figlio, si aggiungono anche fidanzate e mogli. Magari hanno notato qualcosa di strano nel partner, e naturalmente vogliono verificare i loro sospetti. Il test costa 120 euro, ed è in grado di rivelare tracce di eroina, cocaina, morfina, codeina, marijuana, hashish, ecstasy, amfetamine e metamfetamine, risalendo indietro nel tempo anche di diversi mesi”.
Eccezione fatta per la cannabis, dal test si può anche capire se si tratta di un uso occasionale oppure frequente: “La percentuale di positività si aggira attorno al 50 per cento. Le sostanze per cui abbiamo maggiori riscontri sono marijuana, specie negli adolescenti, e cocaina”. Al laboratorio Sistema 2000 di Rimini le prenotazioni arrivano una volta a settimana.
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