esami per diagnosticare l'ebola su una donnaPer sua scelta lavora dove nel 2004 le curarono un tumore, il linfoma di Hodgkin. Jessica Bandini, biologa forlivese di 28 anni, svolge la sua professione nel laboratorio di oncoematologia pediatrica del Sant’Orsola di Bologna, dove nel 2004 fu formulata la terribile diagnosi e dove i medici riuscirono a salvarla. A raccontare la sua storia è il Resto del Carlino.

Allora Jessica aveva 15 anni, era una liceale spensierata; almeno fino a quando tastandosi sul collo scoprì un linfonodo. La prima preoccupazione dei medici fu quella di avvertire la giovane paziente degli effetti di chemioterapia e radioterapia: “La cosa più pesante da affrontare è stata la perdita dei capelli, anche se ora mi rendo conto che rispetto all’obiettivo da raggiungere, cioè la guarigione, si trattava di una banalità, perché i capelli ricrescono. Ma ero nell’età del cambiamento, delle prime relazioni con i ragazzi. Insomma, un po’ mi vergognavo di mettere la fascia e poi la parrucca”.

E’ stata una lotta dura ma Jessica non ha mai mollato. Neanche a scuola: il giovedì andava a Bologna per la chemioterapia, il giorno seguente restava a casa per riprendersi e il sabato era di nuovo sui banchi del liceo classico a Forlì. Poi la guarigione e gli studi universitari. Al momento del tirocinio ‘l’illuminazione’: “Ho voluto mettermi alla prova e venire in questo laboratorio”. Dopo un anno il primo contratto per un progetto nel laboratorio di diagnostica con Ageop, l’Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica. Un lavoro di grande responsabilità con un pensiero fisso ogni volta che formula una diagnosi di cancro per un piccolo paziente: “Se ce l’ho fatta io, ce la può fare anche lui“.