Pertosse, gravissimi gemellini a Bologna

neonatoSono un maschio e una femminuccia. Gemelli. Hanno poco più due mesi e stanno lottando contro la morte al policlinico Sant’Orsola/Malpighi di Bologna per una gravissima forma di pertosse. Come riporta Il Corriere della Sera, le loro condizioni sono molto critiche al punto che il bimbo è stata applicata la circolazione extracorporea (il meccanismo che garantisce la sopravvivenza dei pazienti sostituendo temporaneamente le funzioni cardio-polmonari) mentre la sorellina è ricoverata in rianimazione pediatrica.

I piccoli sono nati prematuri ad ottobre e non sono vaccinati non tanto per una precisa scelta dei genitori ma perché la vaccinazione contro la pertosse viene fatta al secondo mese di vita assieme all’antitetanica e all’antidifterica. Il rischio è, appunto, il ‘periodo finestra’ prima dei due mesi. Per ovviare a questo problema, i medici consigliano la somministrazione del vaccino alla madre nel terzo trimestre di gravidanza. In questo modo, come ha spiegato Giacomo Faldella, primario di neonatologia del Sant’Orsola, “gli anticorpi da lei prodotti vengono trasmessi al feto attraverso la placenta e lo protegoano dopo la nascita, nelle prime settimane di vita”.

Nell’autunno 2015 sempre al policlinico, morì una neonata di 28 giorni, proprio per una complicanza legata alla pertosse. All’epoca la direttrice di microbiologia del Sant’Orsola, Maria Paola Landini, spiegò ai media: “La pertosse era stata praticamente debellata grazie alle vaccinazioni siamo tutti rimasti sconvolti. La pertosse se inizia a girare va anche a colpire bambini piccoli, anziani, malati di altre patologie. Vaccinarsi non serve solo a proteggersi, è un atto di responsabilità sociale”. Lo stesso Faldella aveva aggiunto: “La pertosse è una malattia fastidiosa per chiunque, ma non pericolosa. Nel bambino piccolo invece è potenzialmente letale”.

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